Davanti a un film bruttissimo
mi commuovo spavaldo
senza neanche un vero perchè:
scorre una trama sia scontata che assurda
e mi ritrovo a pensare a questo nonnino
che dice: a lei ci ho parlato due volte
la prima per un secondo, il padre me la portò via subito
dopo che le diedi il buongiorno
la seconda in una notte con tante stelle
troppe
mille mila quanto essere immortali
è un ‘ci vediamo domani’
ed è li che ho capito
che non si può tornare indietro
- dice sempre il nonnino svogliatamente -
che l’universo ha un suo linguaggio
che gli abbracci sono immensità
e che c’è sempre qualcuno che aspetta
se qualcun altro si incammina ritto verso il destino
basta non restare, fermi dico,
basta districarsi tra incanto e vertigine
affinchè anche tu possa contribuire
al grande motore
all’ardore di percepire quanto ti possa staccare
dal niente che ti pare riempire il vuoto.
Cosa resterà dei tuoi passi
se non saranno condivisi,
dei tuoi intangibili vorrei
se non smetterai di affannarti
e della tua essenza
se non comprenderai che è la stessa
che alza il cielo
che annulla il tempo
che si attorciglia tra i battiti
e che ti racconta
che vivere
è tutto un altro respirare.