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nov 15, 2018 - Cicatrici    Dicevi?

Quasi mi dice se fosse

Il mio angelo senza ali
di sussurro nascosto
mi bussa nei sogni cheto:
quand’era sguardo in me
aveva un futuro probabile
ma il mio presente
non ne ricamò un regalo.

Così scelse altra sorte
lasciandomi il torto
di non che esser me
e volando nel giusto
mi rimase al riflesso.

E furon lune e piogge scure
sabbie e pelli al bacio
un contagio e un battelo
fino all’isola felice
altro mondo, diverso indirizzo.
altro speciale universo.

Ma lui torna:
la notte
si tinge accanto al letto
e cucisce, accarezza,
che quasi sento la voce
quasi mi dice se fosse
ma lui è altrove
ed io nemmeno un signore.

Dice che anche lui
ora fa bei sogni
e chiama di me in quelli
per quanto lontano
basta un mio canto
si morde il labbro
mi sfiora la schiena
in cerca dei segni
che sulle spalle
si fan piume.

Ha dato vita,
è rinato
sta bene
e sarebbe stato
ma ora è giusto
che stia lontano
e per sempre vicino
perchè questo mare
è troppo mare
per chiamarlo sale.

Dove devo firmare

One hand in the air

eccomi sfrucugliato bastante
addossato alla corte
del primo che interrompe
questa danza di una stanza derviscia
senza il buon senso di mostrarsi al plesso
un cartonato del suo fuggire
per fingere di divenire
caro mio ti offro caffè e simpatia
per rimanere sveglio
per vincere al karaoke stonante
e per spedirti una cartolina
con scritto ‘smettila di parlare’
così quando arriva
sarai già qualcosa
di stupidamente nostalgico

two hands in the air

come sempre che vergogna
le tre versioni della storia
concidono solo alla partenza
e si abbracciano all’arrivo
ma considerando l’eqauazione a due terzi
la mia postilla è grata
per non essersi mai arresa
ed essere leggera ad ogni sole scalzo
dove devo firmare.

nov 27, 2017 - Cicatrici, Mangianastri    Dicevi?

Senza nome

Potesse che il cielo mi dica sai
infondo non è che un passaggio,
un’unghia da smalto,
un abbraccio a metà.

Uno schiaffo senza fiato,
un dirsi mai e un godersi altrettanto,
una camicia in saldo già macchiata
un’esca per giri tondi.

Perchè farlo e perchè no,
una sosta perenne fra labbra e altrove,
musica interrotta nel mezzo del ballo,
fiore che non conosce neppure il suo nome.

Ale ora ti spiego

Ale ora ti spiego l’assortimento,
stai attento.

Domani, forse ieri,
dovrò raccontarti che faccio
e a te ti par poco.

Sai che ti dico:
son poeta e sognatore
che le rime costano niente
ti spezzeranno le ossa e l’amore
bucheranno le tasche e anche l’ardore
ma ti baceranno piano e sempre
un giorno alla volta ogni giorno migliore
e
allevatore di sogni
che quelli costano ancora meno
ma ti allargano il cielo
e quando piove
sai cosa raccontare
e quando c’è il sole
son sfumatore del creatore.

Perciò Ale scrivi e sogna
che ogni volta
forse
dico forse
ogni volta che lo farai
potresti pensare a me
alla mamma
al buon essere vivo
e sarà un bel divenire
e potrai donare
altro non ti servirà
fidati
anzi no
ricordati il cantare
quello lo potrai fare
anche quando le cose andranno male
figurati quando sarai leggero,
fiero.

Così infine
son qui barbuto a raccontarmi
come sarà
il tuo vivere,
il tuo volare
e il tuo cantare.

Lo so:
sarà speciale.

Calibri corpo undici

Nemmeno un laccio o uno stratagemma
l’attorno non credeva al lampo nè al profumo del fieno
solo un qualcosa che sapeva di aver perso
ma non come tornare dove pensava fosse il posto
solo avanzare e non poter domandare
straniero nel suo essere andante
mai nell’agio di un buon pasto
o nel corpo sotto un tetto.

Nessuna lama, bagaglio scarso al suono
un piede dopo l’altro e attento alle lupinelle
pacato durante uno schiaffo
curioso alle carezze
e discreto nell’andarsene
senza un perchè nelle tasche
ma con buoni girotondi
e oltreoceani nelle pozze degli abbracci.