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feb 11, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

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… Assomigli a tutti noi, sei furbo e birichin
e perciò noi gridiam, viva Topolin! …

Solitamente è l’ ultimo a mettersi in cammino, solitamente lo fa quando tutti gli altri ci son già passati e quando tutte le bocche hanno già parlato.
Ora succede che l’ omino bianco di par suo questa volta non gli vadan le scampagnate.
A ben guardare mi sa che non ne avrà in programma poi altre, forse perchè in passato si è già divertito a girarlo e rivoltarlo tutto questo mondo.
Fatto sta che il pastorale stavolta è rosso ed affonderà nella sabbia assieme a tutte le altre trattative che lo hanno preceduto uscite da uniformi più pesanti.
Succede con sti tempi che a svestirsi di croci lasciando solo quella d’oro al collo che poco ci si badi a quel che un cattolico massimo esponente ti possa pur dire, soprattutto se sei musulmano. Ah.
Ora mi parrebbe da dire che i salmi si rigiran tra i rosari fin dalle crociate e il penitenziagite sia rimasto di celluloide ed impresso solo sulle rose.
Percui mai credo fregato tanto a petrolieri, dittatori, mangiauomini e baionette del fatto che da lassù qualcuno ti dica come dovresti segnarti al mattino o da che parte voltarti la sera. Poco importa perchè come bugia umana non è mai valsa. Baciare l’anello a me fa schifezza di potere, tant’è che lo devo fare da genuflesso chinando il capo guardando i piedi che uno dovrebbe lavare i miei coi capelli ed invece mi schifa e si impone coi paraventi adornati dalle offerte degli oboli.
Tutto questo sol per dire che Shalom a me sembrava significasse totale raggiante e sontuoso “benessere” ed ora me lo ritrovo come strumento dell’ esser bene, tipo una jacuzzi di quelle che si incastrano nei bagni dorati accanto a cessi dorati.
Nel mentre Giorgino Double si arrabbia e ci sputa quasi in faccia finendo per colpire a lunga distanza Le Monde il quale amplifica e rimanda e ripompa tornando oltreacqua terminando sul Times. Certo ok Giorgino e tutta sta storia del risentimento non è mica roba sua, lui mi sa che nemmeno sapeva o aveva studiato o si era ricordato.
Non è colpa sua, lui non è cattivo, è che lo usano un po’ e non lo sa. Tipo Ercolino sempre in piedi, non sta simpatico a voi? Come fai a volergli male? Lo butti giù e sai che torna su. Il problema è che è lui che non sa come, ma torna sempre su.
Com’è che siamo arrivati qui? Ah ok, il cardinale, il bastone, il viaggio. Insomma sembra che si cominci.
Dovrò cambiar la bandiera arcobaleno dal balcone, sporca com’è, e comprarne una tutta nuova. E’ tradizione. Ah guarda, quando mi parte una guerra a me piace spendere, sennò chi me la fa girare sta economia?

feb 8, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Sbuffo.

Io sto qua.
Davvero non disturbo.
Se non mi tocchi
io non scasso.

Aspetta.
Te lo ripeto.
Io
davvero
me ne sto quieto
se mi passi accanto
mi scanso.

Vivo nel mio
mi accorcio persino l’ombra
e quando osservo
lo faccio da miope.

Te
pensa al tuo.
Che me
mi avanzi.

gen 28, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Curva di Gauss.

Assoluta emancipazione del personale mio io dominante.
Mi rimetto alla completa disposizione dei miei impulsi retroattivi.
Dottore mi martelli il ginocchio propriò li sulla rotula e veda se riesce a far ri-rotolare sto immobile pallone in costante equilibrio statico.
Attento, ho i riflessi un po’ appannati e dal finestrino degli occhi mi devo spannare un’ offuscata visione notturna del pranzo.
Oggi lo chef propone tartine in salsa tartara dosandole squisite come delicatezze su piatti d’alloro guarniti di piume d’oca.
Necessito di bavaglino onde non sbrodolare una gioia da fame riacquistata al supermercato.
Colpa dei saldi. Auchan mi abbassa gli ammortizzatori scarichi e restringe la busta paga.
Resto sul piazzale, tolgo l’euro dal carrello per arricchirmi cerebralmente.
Celebro del resto un’inversione a ‘U’ investendo panni sporchi di traverso. I miei.
Nessun danno alla carrozzeria, solo il respiro è più affannato.
Dovrei allenarmi. Riprendere combustibile interno per stare al passo con la vita.
E’ il bioritmo che segue cicli astrali diversi. Forse son marziano.
Ultimamente poi non credo di credere nemmeno agli oroscopi senza credenziali.
Si presentan bene ma fingon ancor meglio di sapere.
E si ha paura solo di ciò che non si conosce.

gen 14, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Babushka.

Vinti inutilmente, sfrattati dalla sfera
trasparivano calcerogeni in coppia
senza perder il vitreo pensiero
di una memoria zuccherata
filata di traverso alla casa degli orrori.

Stavano ora da par loro circoscritti d’ atmosfera
in un parallelepipedo liquido non più contorno di boccia
ingenuamente più ampio terreno
del tondo monolocale da baracca lunatica
ma pur sempre prigionieri e mai attori.

Eppur sa da ammetter controvoglia
che per quanto ristretto
l’universo a matrioska
ci riguarda tutti dentro.

Non si sfugge è la legge
stravolgere il contesto
a volte serve a niente
e non ti fa esser che te stesso.

E’ sera torno a loro
Dio dei pesci scendo il cibo
dall’alto al basso verso il cloro
dosandone il respiro.

Come buono pasto un grazie
ma istintivo e sopravvivente
interpretato forse in altre branchie
mentre abbocca riverente.

gen 5, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Raro intimo da ultimo dell’anno.

Sono in viaggio. La scrittura è veloce, i pensieri lo sono ancora di più…Scusassero il ritardo…
A volte penso che questo mio “andare” questo mio non star fermo in un posto o in una situazione sia strettamente collegato all’indice della mia immaturità.
Un tempo credevo fosse spirito di avventura, fascino di conoscienza e lo confondevo con l’ attrazione provata verso luoghi e persone non viste, facce mai dipinte o sorrisi e strette di mano mai scambiate.
Poi invece, col passare degli anni, mi sono reso conto che questa mia natura di nomade cittadino, questa immagine di viandante civilizzato che mi porto sempre dietro e che sfugge da tutto e da tutti dipenda in parte anche dalla mia non voglia di legami, di punti fissi.
Mi succede così sia nei confronti delle cose più stupide ma anche con i sentimenti verso i quali dovrei portare più rispetto: non appena mi accorgo di restare in una situazione che implica delle responsabilità un poco più complesse e che mi obbliga a non sentirmi più “leggero” beh semplice, la cambio.
Di solito quando me ne rendo conto passo da uno stato di totale euforia ad uno di apatia controllata.
Sbaglio, parlo poco, tendo a interiorizzare i sentimenti, valutarli e “trattenerli”.
Un passo prima di affrontare il cambiamento stabilizzante io scelgo la fuga.
E se mi danno delle possibilità per accelerare il passo non me lo faccio pregare due volte.
Mai tentato di cambiare, mai tentato di provare a valutare la situazione da un altro punto di vista.
Spesso, arrivato a un bivio, per istinto scelgo la via sbagliata. Masochismo pellegrino.
E, testardo come un mulo, non confesso nemmeno a me stesso che l’altra via sarebbe stata migliore, che avrei perlomeno dovuto prenderla in considerazione, che forse se avessi girato a destra ora qualcuno non continuerebbe a stare in pensiero, ad aspettarmi, a tentare di capirmi.
Spesso lungo il percorso ho incontrato persone accanto che volevano trattenermi. Raramente chi invece era sintonizzato sulla mia stessa lunghezza d’onda.
Ma potrà mai uno nato pastore diventar coltivatore? E di che? Di illusioni?
Meglio disperderle lungo il cammino.
Uno come me chi se lo piglia?
Bel carattere eh?!
Senza nemmeno pensarci troppo, dicevo, rifuggo le catene. Mi irritano i polsi.
A volte sono cose banali, altre invece, come la ricerca di una casa, il lavoro, i legami affettivi, li affronto con una sfrontataggine ed una leggerezza che rasenta l’assurdità.
Insomma io sto bene quando sto in movimento, quando il ritmo dei pensieri e dei respiri si confonde col cammino.
Quindi sono immaturo.
Quindi non riesco a essere coinvolto in situazioni stanziali, quindi fatico a instaurare rapporti che mi creino delle limitazioni.
E in effetti mi accorgo che quando mi volterò indietro alla fine della strada continuando così mi resterà gran poco, tranne chilometri di curve per aver avuto paura di incontrare un punto fermo.
Lo so.
Ma continuo a camminare.