nov 19, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Liscia.

Quante litigate ci siamo persi
quanta voglia di esser depressi
quanta nutella lasciata nei vasetti
quante lacrime sfogate in amici mai incerti.

Si poteva far quel che non è stato
ballare scalzi o nudi in un prato
aspettar la notte di San Lorenzo
creder l’eterno un posto mai freddo.

Ricordarsi gli stessi pensieri
scambiarsi le ossa in letti e veleni
rotolarsi ansimando peggio di cani
amanti malati lontano dai sani.

Macinar asfalto dialogando con l’autoradio
stender le stelle del lenzuolo sul terrazzo
rovesciarsi fremendo sulle pietanze di cena
e graffiandosi la pelle esser sicuri che fosse.

nov 19, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Liscia.

Quante litigate ci siamo persi
quanta voglia di esser depressi
quanta nutella lasciata nei vasetti
quante lacrime sfogate in amici mai incerti.

Si poteva far quel che non è stato
ballare scalzi o nudi in un prato
aspettar la notte di San Lorenzo
creder l’eterno un posto mai freddo.

Ricordarsi gli stessi pensieri
scambiarsi le ossa in letti e veleni
rotolarsi ansimando peggio di cani
amanti malati lontano dai sani.

Macinar asfalto dialogando con l’autoradio
stender le stelle del lenzuolo sul terrazzo
rovesciarsi fremendo sulle pietanze di cena
e graffiandosi la pelle esser sicuri che fosse.

nov 10, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Scacco matto.

Andiamo, andiamo: è solo un gioco.
La regina ti mangia pedone e poi si mostra alla corte.
E’ strategia, è natura, è incomprensibile al divorato.
Puoi startene li a tentare di far tonda la scacchiera
restarti ipnotizzato fra il bianco e il nero ma
andiamo andiamo: è solo un gioco
nessuno vuol vederti in questo stato
ci siamo dentro tutti, dal quadrato non ci scappi
un giorno sei in alto dalla torre
un altro re e quello dopo sguattero a pulire il cavallo.
Non ci si può far niente
ci passan cagnolini e bastardi
mangiare o farsi mangiare
ma non preoccuparti dai
andiamo, andiamo: è solo un gioco
non puoi restarne in eterno ingabbiato
la mossa vincente a volte è casuale
se ti senti da sempre un alfiere
inclina la scacchiera girando la testa
nella tua diagonale capirai come giusto arrivare
nel sentiero storto diritto alla meta.
Andiamo, andiamo: è solo un gioco.
nov 5, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Infine eccoti qui.
C’è che uno è come ombra se vive da solo su questa vita.
Sfortunatamente se gli togli il sole si sbatte di qua e di là con rinfuso dolore.
Invidia al cieco, almeno coglie meglio il profumo.
Tu invece ti sei impregnato il naso dei suoi capelli.
Un’altro sta sott’acqua e tutto è come acuto stridore ovattato nelle trombe di Eustachio.
Certo gli manca l’aria, ha come una bolla di risacca, e se togli il tappo da sta piscina fa la fine inversa del ratto.
Invidia al sordo, almeno ha bulbi di fiori oculari per interpretare la sua fine.
Tu invece ti sei disperso gli occhi nei suoi non hai.
Quello invece ha la capanna nella discarica e passa il tempo a costruire opere d’arte di metallo pesante, dice.
Sfortunatamente l’ olezzo ha un peso specifico maggiore e se gli togli i rottami si spaventa dei sottostanti nascosti prati.
Invidia al senzaolfatto, almeno gli resta il tocco per prender le misure a questo mondo.
Tu invece hai lasciato le tue mani nei suoi non sei.
Poi ce n’è un altro che recita sul palco e gesticola toccando tutto e tutti come se fosse possesso da un ossesso.
Beato, ma se gli togli le assi di legno da sotto ai piedi spento i riflettori scompare.
Invidia al senzatatto, almeno gli rimane il presagio dei fischi in arrivo per comprendere quando è l’ora di smettere.
Tu invece non hai sentito e soprattutto non hai insistito.
Infine eccoti qui, con le dette parole maledette inversamente proporzionali al bene che vuoi alle persone.
Poco da aggiungere: se lo starter ti frega il blocco di partenza voglio veder la tua faccia quando spara la pistola per la gara.
Invidia al muto, almeno lui un motivo ce l’ha vero per non farsi regalare un abecedario che ti dia il tempo di parlare il tuo amore.

ott 31, 2003 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Voce.

E allora cercami da strapparmi l’amore
e allora lasciami da seccarmi via al sole
così bastardo da bestemmiare per essere ancor più disprezzato
così amorevole da volermi accarezzare il labbro
sono fratello del tuo male che porti in borsetta
sono la pecora nera rinchiusa nella tua cella.

Mi auguro almeno che mi terrai un posto allo spizio dei matti
quando non riuscirai più a sostenere i miei sguardi
quando sputerò in faccia i tuoi buoni sentimenti
e mangerò la carne di tutti i miei macelli
schiumerai cercandomi d’una rabbia di voglia schifosa
e sarò l’unico pazzo rinchiuso nella voce della tua gola.

Ho scelto te una donna per amico.

Perchè è una puttana speciale che non si paga ad ore
si vende una volta ed è tuo per sempre questo mio amore
si graffia sui muri e per le strade si sporca
rasenta l’asfalto si umilia come carogna
ma t’esplode nel cuore tutto intero
una volta, per sempre: son sincero.

M’avessi come lapidato da lontano
tendendomi le braccia accorgiti che ti amo
cosa ancora Cristo per esser crocefisso
devo sanguinare per darti nettare trafitto
urlo d’un urlo squartato infranto
t’amo e non ho mai avuto voce per farlo.

Pagine:«1...92939495969798...111»