lug 25, 2003 - Senza cicatrici    No Comments

>

Senza averne le premesse.

Signore mi passa il pallone?
E io l’ho guardato che non avevo trent’anni
una storia di balli, canti e tanti, tanti sbagli.
Spuntato lui immobile come uscito da un cespuglio
io forse nascosto, chi lo sa, nel solito inutile dubbio.

Signore, per favore, il pallone!
Non c’era altra gente, solo il mio sguardo assente
e il mio cammino sorpreso da quell’ostacolo indifeso.
Come compreso in quell’istante solo dov’ero
mi son chinato a soppesare quel dono al terreno.

Signore, signore, il pallone!
Ad altezza di bimbo ho alzato lo sguardo, impaurito:
il mattino come tempo infinito ed il cielo mai così sereno.
Tutto era immenso, da non comprenderne il senso
e per un attimo, sincero, m’è parso di vedere un arcobaleno.

Signore, me lo ridà il pallone?
Allora mi son chiesto che senso ancora avesse
continuare a fare il grande senza averne le premesse.
Ho raccolto la sfera, quel che di me ancora ce n’era
e ho chiesto al mio piccolo Dio:’posso giocare anch’io?’

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.