ago 12, 2004 - Senza cicatrici    No Comments

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San Lorenzo nudo e stento.

Nel mezzo, il cammino, la nostra vita.Coppie barbituriche, cappio ingrossa vena.
Che fai, di’ bello, venerdì sera?
Nulla, almeno credo. Prima sopporto e poi forse svengo.
Ci si annicchia a tentoni vicini e intonsi tentando di dare un senso all’allantonarsi e al riavvicinamento.
Ma non c’è verso.
Amore, che tormento.
Infrangionde e schiume da barba: rimetti a posto l’immagine che di te ho perso, sistemati i calzini tagliati spenti, rifammi il letto scoprendo il non aggrado del mio bel lato didietro.
Ed il pregio è difetto ed il peggio è non accettare di averlo e quel che di tempo si è dato per ora nulla è successo: nulla è cambiato e tutto è atteso smarrendone il senso.
Nei sogni cadenti non c’è tempo per neanche un desiderio e qui si sta di chiappe all’insù ad aspettare che si faccia un passo e non un salto ho detto verso quel che potrebbe essere il più luminoso universo.
Basterebbe un accenno di gesto.
Ma non c’è verso.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.