ott 5, 2004 - Senza cicatrici    No Comments

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La mia conchiglia.

Resta sotto la sabbia spessa la mia conchiglia nascosta e protetta.

Invisibile agli occhi, si scansa al passaggio dell’acqua.

Rimane in battigia e nulla sprona la sua battaglia.

Suffissa in obliqua pendenza, incerta a indecidersi fra la marea e il bagnasciuga, lei un chissà cosa aspetta.

Zitta si insacca dal mondo senza mai per paura ferirsi di rugiada.

Preferisce fingersi pur di prendersi o farsi preda.

Smossa dal vento non fa una piega e ricerca anzi una nuova ansa.

Fugge dal destino portatore d’ansia e pur difronte ad una scelta inasprisce la sua corazza di madreperla.

A volte, sonnambula, s’accorge della sua presenza e di questa stessa non avvertita si spaventa.

Piange incredula se la spiaggia intera non si modella fra le rughe della sua testa.

E quando infine è accolta e fra due mani stretta, piangendo si ribella.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.