dic 31, 2004 - Senza cicatrici    No Comments

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La portinaia.


La portinaia del mio emisfero destro mi sofferma questa mattina al limitare delle scale con un banale nuovo annuale pretesto.

Mi richiede un parere di quel che ne penso sui cesti delle banane in testa alle meretrici anziane che ogni giorno scavano un solco dentro il piazzale antistante il nostro borgo.

Alchè non mi sorprendo: ogni volta che scatta una molla lei è sempre pronta ad ingrassare l’ingiuria con lo spergiuro e anzi ritiene sia nobile causa a favore di mondo accrescere il perpetuo parlando su per giù del sempre mai antiquato augello.

Solo che per un abbaglio stavolta ho visto dal parlamento del mio emisfero sinistro giungere in coro una sola protesta di sdegno in culo al culturale: è mai possibile, mi si chiede infido e infine, dovere alitare costante fra il mare e il dire da che mondo è tondo per ciò per cui si è procreati al fine?

Perpetua in natura avrà certo l’inconscio di non rendersene conto ma ci sarà pure un controllo che cancelli quel che sembra un difetto: agire costantemente sotto l’impulso del sesso.

Offesa al sapere, ingiuria d’arte e clichè antistress sopravvivono e ripopolano certo ma nel mezzo, sacramento, nel mezzo non dovrebbe esserci un po’ di sano riappropriamento del gusto unico nascosto diverso ed in diversa misura in ogni noi stesso?

Calamitante fra poli opposti resto nel centro di questo personale universo e mano al mento m’interrogo ponderando se son questo o son quello.

E non ne esco.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.