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Dispiegheremo la pazzia in maniero
poichè il castello sarà il luogo della memoria e dell’incerto
quel week end a Beseno.
Ecco cosa faremo.
Ci sarà festa, tutti i paesini lì attorno convoglieranno alla rocca
e qualcuno inaugurerà, qualcun altro metterà in mostra
altri proietteranno
tra musica, armature, natura.
Poi verranno anche da fuori, attratti dalla manifestazione,
che già lo fanno in tanti durante l’anno:
salgono ripidi attorno ai bastioni
e una volta dentro s’immaginano gran dame e signori.
Ma in quei due giorni
sarà splendore di corte
con menestrelli post moderni
e viandanti digitalizzati.
Noi?
Noi saremo per natura giullari.
Porteremo fra i sonagli dei nostri cappelli
l’arroganza sottile del risveglio dei sensi
poichè da sempre questo fa il buffone d’inchino:
osare la lingua salata di verità
là dove non osa la quotidianità;
coperti dal trucco dei pazziati
spargeremo la vita
quella che spesso l’esistenza depone lontano.
Risveglieremo formicolando,
ricordando a chi di voglie è stanco
che in fondo pare proprio
che la vita pare sia bella
e dimenticarla
è un oltraggio in contumacia.