giu 24, 2005 - Senza cicatrici    No Comments

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Ronda.
Svuoto le parole scorticandone il cancello
svelto svelto graffio con la mia chiave di ferro:
incido con violenza incantata l’apertura
alla mia nuova risorsa umana congettura.
Capoverso d’istanza con l’occhio fisso al tremore
salomonico abbaio ad ogni cagna nitrata:
cameriere del mio bicchiere insapore
recito e scherzo con la mia salma cremata.
Così sballotto dentro al piumino d’oca imperiale
fuori stagione da almeno un buco da reame:
goffo, implume ed indigesto alle facce tagliate
e tarlo del mio canto castrato da fate sbagliate.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.