apr 26, 2006 - Senza cicatrici    No Comments

>

Minator cortese.

L’in piedi delle mie virgole
parrebbe donarmi bluastri d’altri
mentre rosico ganasciandomi l’unghie
intinte nel verso che fa un ricordo.
Invece non è un restarmi addosso quello che Maggio porta al collo: è più un recapito di me senza civico numero e senza denso nello spazio.
Vuoto come un trasloco, senza mai essere arrivato all’indirizzo nuovo.
Volto da cerimonie, arrabattato dalle litanie non faccio altro che l’arranco urlando: approdo! mentre in realtà non conosco che l’onda dalla quale mi lascio cullare e soffocare.
Splenderà all’altro capo prima o poi un’aria rarefatta ma per arrivare in cima a questa montagna s’ha da scavare e ribaltare il suolo che poggia le mie scarpe alla dolcezza.
Per essere me
devo prima veder chi già c’è
dentro le budella delle ossa della testa
altrimenti meglio restar assenti
ma meglio di no
meglio continuare a picchiar la testa
sbrufolando la terra
che son certo
qualcosa sboccia e sgorga
nascosto dalla voglia.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.