ott 10, 2006 - Senza cicatrici    No Comments

>

Archi e fiato.

Introdursi per la tua collana dovizia è un gemito che sfocia distante:
ossa stridule al di là della carne, ottava più alta d’una scala portante.
Viola stanca ch’asciughi il riverbero in oboe d’uno spruzzo fagotto

tuo è il mondo che stride accanto al reale umano bendato fato.
S’accorda la perdita daziata corda retta in virtù di ritirata perfetta
scolando nel volgo l’incomprensibile purezza inestricabile al sogno.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.