giu 13, 2007 - Senza cicatrici No Comments
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Per quello che mi possa permettere di financo pensare la cosa sotterranea sta prendendo sempre più l’onda del mare.
Ora non ho ancora ben delineata nella capa una organizzazione di quel che mi appresto a fare ma di per certo sento forte il desiderio.
Il resto lo faranno di convinzione come sempre una mappa tornasole, dei binari, molti sorrisi, biglietti, cianfrusaglie rispuntanti oltre i lacci e le sirene.
Perchè slegata al vento la carta che manco so dove andrà a parare succede per una sorta di convinzione latente d’avvertire insito questo bisogno contundente.
Non c’è fermata, non c’è arrivo.
Un dono in fiore fra la partenza ed il blu,
un nome inciso a forma di tatoo.
Moleskine, taccuino.
Diciamola così: le ali cercheranno il loro battito proprio nel soccorso d’aiutare questo montanaro che non sa nuotare e che s’intestarda nel volersi accarezzare di brezza e sale.
Adesso avrò un poco di tempo per ricredermi snello, fare prove di trasporto fra spalle e inchiostro e togliermi di nuovo la ruggine di dosso.
Per ora sto di nuovo rimesso in sesto di gasolina.
Ho fatto il pieno, ho in testa un cerchio evoluzionistico che mi farà scendere allo stesso porto.
Me stesso, diverso, m’appresto.
Mi sento riflesso dalla distanza del sole ai tuoi occhi.
Credo che da qui in poi allungherò le parole sotto l’ombra del tramonto e pizzicherò le virgole a mo’ di mashmallow respirando d’uno sguardo quieto, calmo.
Hollywood is under me.