mar 28, 2009 - Senza cicatrici    No Comments

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Sgrana e ingrana.

Vestirmi uguale in anni otto mai passato.
Rivengo, divelgo e svengo.
Per esempio, amore.
L’avrò scritto in pixel sotto il conto dei miei polpastrelli.
Prova, scartabella e appallottola.
Se vinci ti porgo una Duvel.
Non lo puoi mica fare a tuo agio come l’aprir l’acqua al rubinetto.
Il semplice va dosato, la magia è un attimo alla fine dell’eterno.
Ci vuole scienza, un portamento esatto che guadagni in lustri.
L’inchiostro non paga, forse manco la bara.
La vita svolge il suo tema in fretta e non puoi nemmeno cambiar penna.
Firmare d’oca e ceralacca votiva.
Rifarsi il giro e sperare, pregare, sogliarsi e tentennare.
Sembra tutto fermo mentre l’orizzonte resta in silenzio ogni giorno diverso.

Vorrei poterti raccontare che basta una rima.
Ma bisogna arrivarci, prima.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.