dic 8, 2012 - Senza cicatrici    No Comments

Pace

L’autobus per Canal Street
o certo sarebbe stato un bel piano scoperto
allungarmi a fare il verso delle carezze
sui tuoi baci poggiati alle guance
mentre l’Hudson brontolava
la neve ti ci porterò a pattinare.

Fuliggine candita trotterella
e la moneta s’esce più del mare
mi ricordo un placidare
al porto di Smirne cantavano nenie
ed io pensavo già in triplice mandata
che la nave non sarebbe mai affondata.

Alleluia.
Ora la città si sbuffa algida
dall’alto mi pace
e chioso arzigogolando
il dito sul fumo del camino.

Ventuno universi già
mi lisciavo il prospetto
ma rugato son più landscape
tre passi indietro
e non m’otturo
un’altro ancora
e la pupilla resta fissa
persa oltre
via i dettagli
mi basta laggiù.

Poggio due pensieri
sulle panchine solitarie
passano i treni sott’acqua
attendo il gorgoglio a vapore
come l’amico migliore
e racconto
il viaggio
maestro senza inchiostro
busto eretto del mondo.

Pane ai piccioni
smusso gli angoli canuti
osservo occhietti arguti
incrocio il tuo fior fiore
quanto sei bella
fra l’aria
e la rima migliore.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.