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set 1, 2011 - Polaroid    Dicevi?

In fondo aprile è sempre un mese perfetto

Gira pertica
osserva
prendi decisioni prendi decisioni prendi decisioni
sottolinea col rosso
passa col rosso
mischiaci il blu sangue reale
prossimo futuro effettivo
che cosa me ne faccio di tutto questo vivere
se non lo posso condividere
che mondo storto
lo raddrizzo col fisher
punta dell’otto rovente
gira in senso anteriore
mastice e stucco

fagotto


entro con marcia trionfale scanzonante
è buio pesto in questa insonnia
non leggo il cartello di quel che sto sognando
ma la casa si allarga
i vestiti si restringono
non so se hai presente i piedi scalzi di Abebe
i primi fiocchi di neve
la scelta di un giusto nome
per una questione di incastri migliore

soffice

cresce il pane
lievita nei tuoi occhi
fragrante ai baci
silenzioso fra i dubbi
con la voglia di danzare
offrire il profumo
mordersi e perdersi
in un giro lento
di accordi senza tempo

in fondo Aprile
è sempre un mese perfetto.

ago 26, 2011 - Polaroid    Dicevi?

Tortamica


Togli i puà
puah
l’unghietta ora non è perfetta
ma è la più bella
il fiocco laccato
è per un regalo al cielo alzato
il bitume
è quello di un fondamento ad anello
tutto il resto
è un bel giro d’amore e d’affetto.

Tornati dall’altro capo
ora ricominciamo a contare perfetti
piano piano
mentre m’han donato il nuovo puzzle
per ora cerco
combacio
e bacio.

 

 

lug 27, 2011 - Polaroid    Dicevi?

Inizio

 
Benvenuto:
unisci i puntini.

Attento
che il cielo
da queste parti
è ancora fresco.

Finchè c’è luce
puntineremo i sogni.
Stammi dietro.

feb 1, 2011 - Polaroid    Dicevi?

Il milione

Quando scesi dal cargo per pucciare i miei piedi nella sabbia di Alessandria un buon uomo mi portò a spasso col suo taxi tutto strambo in lungo e in largo verso il lungomare di un popolo orgoglioso e fiero. Andai al mercato: incrociai sorrisi, scambiai racconti con arance, ballai nel dolore e rimasi muto nel momento in cui condivisi la gioia. La sera appoggiai la schiena ad una palma giocando alla conta delle persone in un solo furgone e piansi all’ora del canto quando sgorgò dal minareto un racconto del mistero.

 

Per quel
che vale
respirai aria buona,
profumo di pane
e di pelle umana
che vale.
Non mi sentii
mai
solo.
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