set 7, 2002 - Senza cicatrici    No Comments

Giocare a dadi col destino è una gran bella sensazione.

Ti divide dentro in combinazioni statistiche, ti altera il metabolismo.
Se sei fedele a qualsiasi religione eccoti lì sotto la croce, spugna imbevuta e macchie d’aceto sulla tunica di qualcun’altro.
Se il fumo che ti attira non è incenso ma si alza dai posaceneri incastrati nei panni verdi,allora rifletti slot machine e donne bellissime seduto un tavolo fatto quasi mai per mangiare ma per esser digeriti.
Sei sfaccettature, sei lati di un’unica anima cubista.
Di solito loro, i dadi, se ne fregano di te.
Lanciati in coppia nel bungee jumping quotidiano, rotolano verso un destino mostrando raramente insieme la stessa faccia.
Speranza,quando credi di stringerli in mano col tuo destino.
Insicurezza inconscia, nel vederli rotolare lontano.
Quasi sempre inammissible incomprensione quando regalano la felicità ad un volto che non è il tuo e realizzi che in fondo le combinazioni sono comunque una in più della tua ingenua convinzione.
Ma è un attimo che hai già alle spalle.
Poi di nuovo: altro giro altro regalo.
Perchè tanto lo sai, che prima o poi toccherà a te.
E sarebbe un peccato non esserci.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.