mag 6, 2010 - Senza cicatrici    No Comments

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Figura retorica in scala armonica.

Maggio in freddo cane
basterà a sbudellarmi le ossa
a rendermi innocuo al sol levante
pronto alla resa delle stelle
ligio al dovere cadente
e vaporoso al riflesso del cromo?

Disordine che muore in un solo candore
senza il volto di uno scalfito d’alba
senza il ritegno d’un buono sconto
senza la vela in assenza dell’ago
resto o vado per ora scuffio
con animo brado e probo.

Neve in bianco e nero
sbuffa la brezza
scortica un sorriso
scioglie la corteccia
in un ricordo sbieco
protetto dal miele
radente al gelo.

Sciarpa al collo m’interrompo
coltivo un ticchettio vangato
lo espongo in presa visione
contando le pause
di quel che non ci vuole
di quel che non ci duole
di quel che non ci vuole
di quel che non ci duole.

Sulla luna siamo sempre leggeri
con l’instintiva sopravvivenza
senza aria nei polmoni
con una prospettiva di resistenza
ai paesaggi ristretti
ai dossi e ai crateri.

E’ ora di rientrare
salgo sull’autobus e mi preparo
m’aggiusto la cravatta color rivoluzione
osservo senza peso e di colpo
mi rendo il conto
allungo la mano
ed afferro un dolce suono.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.