mar 21, 2011 -
Calamai
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Fiorin di noce
Perchè vorrei malarmi di ridere,
storpiarmi la mascella,
ghignare di contrabbasso
ed esserne esausto.
Volendo salirei fra i nubi
rivoltando i sopralluoghi balubi
e mi tufferei all’incontrario
verso il cielo alto.
Sotto la punta di una stella
rifletterei sull’esistenza
illuminandomi del pulviscolo cardinale,
mai banale.
Ritornare a sganasciare le angosce quotidiane.
Comprendere che tornare ad esser nessuno
sarebbe il fine ultimo del mio filo d’arianna perduto
nel buio del raso di spada.
All’alba condividere la calma:
rimanere solerte al vento
e giocare con i sibili che m’accarezzano le rughe
solcate di sole e vinte dalle viole.