apr 14, 2011 - Calamai    No Comments

25 Aprile

Oltre il vetro della veranda c’è quel mondo che si scalda. L’alluce tocca il bordo fresco ed io mi ritraggo e proteggo. Il blu è intenso senza nemmeno un soffio di vento. La mia nota incapacità di aggrapparsi alla sottrazione dei ricordi continua ad oscillarmi dentro. Ma so con certezza che anche allora era un giorno di festa: forse estate ma ancor meglio tarda primavera.

Corteggiava con eleganza una maglietta cosparsa di cielo. Tutto attorno l’aria nei palloncini solleticava il colore della brezza mattutina omaggiandola di vita.

Ad un tratto,
scostumato,
senza preavviso,
maleducato da appuntamento,
nulla sull’agenda
tremò la mia terra.

Non uomo raccoglie in tutta esistenza la parola adatta. Non evento al mondo corrisponde alla giusta sensazione. Il tutto si ferma, si ordina il caos, ricordi un avvenire.
Un solo sguardo smeraldo, un lieve accenno di infinito. Lei ed io.

Fuoco, sale, sangue e mare da scalare.
Ogn’alba una battaglia, un inno alla vita, una gioia cesellata.
Allo spuntare della stella polare s’incastran le note e ritorna la pace.

“…ecco un pò d’agitazione per chi non crede mai:
se credi che non nascondano niente, allora niente è divertente…”

T’amo
nel profumo cadente
che bacia la prima goccia
sul caldo d’asfalto.

Se hai due ciacole senza spese poggiale sotto nel bianco.