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nov 18, 2024 - Cicatrici    Dicevi?

Sabaudo

Davanti ad un caffè sabaudo
con accanto una richiesta d’incontro
ne esco con questo:
il bene profondo si lascia a se stesso,
non è una spremuta senza resto,
non abbandona post usofrutto
non è un comodato d’altri cuori
e non ha né vinti né vincitori.
Non è un premio, non è un arma,
non è acqua.
Ed è bene ogni tanto ricordarlo
quanto debba essere fatto bene,
il bene.

ott 31, 2024 - Cicatrici    Dicevi?

Bocce ferme

Sapessi spiegarmi
fra baci, divani e spiazzi,
sapessi dicermi
cos’avessi addosso
mentr’eri altro
dandoti tra sapore e stupore
probabilmente sarei sazio
del quieto comprendere
e
invece
rieccomi breve
dopo un qualcosa di strano
a non sentirmi in bolla
da carezze una tantum
e prese d’avvinghio
che all’alba spariscono
si dileguano
non restano.

feb 12, 2024 - Cicatrici    Dicevi?

Son vent’anni già

Son vent’anni già:
ti cerco in ogni rima.

Continuo lo spasso
sentendoti in ogni passo
ma al mio vero nome
manca sempre la tua voce.

feb 4, 2024 - Cicatrici    Dicevi?

Vita

Basta un soffio,
una cadenza d’inganno,
un deserto che danza,
una piuma sul pianoforte

o il gluire di un Lonfo,
un invito al ballo,
una nave che salpa
per sceglierti la sorte.

Stringiti, vivi
e ridi forte.

dic 3, 2023 - Cicatrici    Dicevi?

Abbastanza mai

Mai abbastanza, abbastanza mai,
inadeguato, irrisolvibile, fuori tempo,
inetto alle traduzioni delle onde,
perennemente lontano dallo svolgersi,
distante da chi troppo si avvicina
e da chi non si sa come raggiungere.

Mai abbastanza, abbastanza mai,
incomprensibile a se stesso,
esausto d’animo e strumento inadatto,
scolato dai sensi, sdrucciolo agli affetti,
disadattato nei modi e tra i fiori,
sbagliato fra ritorni e perdoni.

nov 15, 2023 - Cicatrici    Dicevi?

Participio passato del niente

Nel preciso sciocco istante
in cui si tenne stretto al cielo
annegando di orizzonti
e illudendosi per chissà
quale roco nitido futuro
- per poterlo non dico ricordare
ma perlomeno raccontare
agli altri o agli astri -
ecco in quel si diceva
preciso sciocco istante
dismise di essere
participio passato del niente
e sbucò allegro al cielo
senza manco un credo
o un pensiero sbadato
ma con quell’oltre nello sguardo,
un coraggio educato,
un ninnolo di sorriso,
una mano intrecciata di nascosto
e un buon posto
dove se non tornare
smettere di abbaiare,
restare per ascoltare
mentre l’attorno
gli rubava il buio
stringendo arreso
un fior di mistero.

ott 2, 2023 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Apogeo

Sfiori di sguardi,
risate scalze,
balli imprevisti.

Fiori codardi,
madide albe,
futuri intravisti.

Ruvidi pranzi,
labbra sante,
trucchi già visti.

set 5, 2023 - Cicatrici    Dicevi?

Racconta

A star qui nel salto,
con i piedi pucciati d’erba
e lo sguardo piegato
mi dico: passeranno.

Le nuvole, gli elefanti,
il ribollire e i soffumigi,
le imprecazioni ai santi.

Intanto ‘racconta’ è un verbo
che non ci son più abituato:
così sgattaiolo, ascolto, chiedo
ed il ballo m’appare più leggero.

ago 22, 2023 - Cicatrici    Dicevi?

Ricucirsi

Ricucirsi un’ombra addosso
tra l’intenzione e il sole
attento a non cadere
o perlomeno a non sbucciare i pensieri.

Vita, quella del tu o niente,
in ascolto tra il troppo e gli angoli bui,
i riflettori e i tentativi,
vedere è quel che paghi per sapere
e ogni singola scelta è una confessione,
ogni tristezza una consapevolezza in più.

Le cascate scorrono via
mentre penso che la distrazione
alla fine è una perdita minore
e mi mancano ancora troppe risate:
tanto non ho nulla da lasciare o trasandare
percui tuffarsi mi pare una buona rivoluzione.

giu 4, 2023 - Cicatrici    Dicevi?

Umani

Umana la razza, la faccia, la pelle.
Unico il colore, il senso, il sapore.
Umana la voglia, la mente, la gente.
Uguale il viaggio, il calore, il bagliore.

La voglia di prendersi, stringersi,
guardarsi, annusarsi, avvinghiarsi,
sciogliersi e scegliersi.

Esserci.

Piangere, vivere,
sorridere e vivere.

mag 7, 2023 - Cicatrici    Dicevi?

Altro

Il troppo tardi
sciacqua i ricordi
t’osservo oltre i ninnoli
attento al leggerti
aria tra pietre
salti oltre il credersi
braccia tese trafitte
smalto e riprovarci
altra vita
altri sbagli
altro ritrovarsi.

Rebois e Regòrdes

Rebois stava scalciando stupidamente l’aria accompagnando le sue movenze disarticolate con versacci ibridi quando proprio a causa di quei movimenti sincopati la sua scarpa sinistra decise di lasciare la calzata per atterrare accanto a quella barca dopo un volo ballerino e pitagorico.

La barca, a detta di tutti, non aveva mai lasciato il molo ed era da sempre ormeggiata con la prua rivolta al respiro. C’era una scritta rossa dipinta lungo il suo fianco, un po’ incerta e un po’ contenta: Regòrdes.

Regòrdes se ne stava lì, placida e senza timori. Oltre che ad attendere scarpe volanti adorava ascoltare quel genere di discorsi che la gente fa al tramonto, un tempo sbertuccianti di colori sgargianti ed ora tenui imitazioni sbiadite di un inverno senza neve.

Rebois smise di soffiarsi addosso, raggiunse la sua perdita, si guardò attorno tra il nulla e il tutto, raccolse dal cielo una sensazione di cui non aveva ancora il nome e per la prima volta accarezzò Regòrdes.

Poi venne la vita e Rebois con entrambe le scarpe si voltò verso di essa.

Ciò nonostante, sebbene fosse distante da Regòrdes per indirizzo ed anagrafica, Rebois negli anni amava ogni tanto ritornare da lei mettendosi in viaggio per giorni o addirittura mesi, all’improvviso, godendosi il panorama fatto di bottoni sui cappotti delle persone, tegole mal posizionate e vaghi sentori di echi di campanacci legati a mucche svogliate ma canterine.

Regòrdes nel frattempo non è che lo aspettasse: passava il tempo accogliendo tentativi di punture di zanzare, punteggiando gli sciabordii nelle notti di tempesta e adorando fare scherzi al gracidio delle rane contrapponendone un falsetto istrionico attraverso lo scricchiolio delle sue assi di legno.

Rebois al termine di ogni suo ritorno da lei amava non raggiungerla d’istinto e così percorreva gli ultimi istanti giocherellando col suo bastone lungo la riva, gettando i sassolini al rimbalzo e trotterellando laconico accanto ai solchi lasciati dai carretti dei rigattieri stanchi. Addirittura se tutto ciò accadeva d’inverno, e spesso la neve ne era testimone, invece di sobbalzare a gran salti da Regòrdes sostava per un po’ al caldo della locanda del paese intrattenendosi con i pellegrini di passaggio e fingendosi interessato ai loro racconti prima di recuperare il coraggio sotto la solita gamba tremolante.

Una volta raccolto il tempo adatto Rebois alzava gli occhi al cielo, prendeva il giusto sentiero e quando finiva di fischiettare la loro canzone giungeva come se non si fosse mai mosso ad un battito da Regòrdes.

Regòrdes come sempre lo aveva già sentito arrivare ben prima, avvisata dall’allacciarsi dei bottoni, dagli sfrigolii delle tegole e dagli accordi dei campanacci. Quindi, quando Rebois sull’uscio della locanda alzò le sopracciglia per riveder le stelle, lei sapeva già perchè valeva tutta quella pena la sua attesa.

Rebois si fermò il suo solito istante per osservare Regòrdes tutta intera: raccolse il tempo con un gran respiro e impercettibilmente allungò la mano per trasformarla in carezza, come sempre.

Regòrdes la accolse, passò tutta la notte ad ascoltare nuvoe storie, si lasciò cullare dalle sue onde e dal suo mare, come sempre.

A vederli lì sul molo più che sinceri parevano imperfettamente veri.

feb 13, 2023 - Cicatrici    Dicevi?

Son diciannove anni già

Ma sai che al dirsi
oltre la metà
si son colmati
da un fagotto saltellante
ormai quasi gigante
che porto a spasso al sasso,
da lei beata, con l’acqua scorsa,
la piccola valle da baciare
e il silenzio.
Quel che raccontavi
senza parlare
cerco di recuperare
rifare
dipanare
lasciandogli stringere
l’altro capo invisibile
e quando butta la monetina,
accende la fiamma,
le parla oltre il vetro,
accarezza la tua targa,
io sorrido di nascosto
e risento la tua voce
appoggiata al bastone.

gen 30, 2023 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Nessuno più

Poco fa,
tra il fruscio del volta pagina,
che senso ha:
tutto il farsi vedere,
radersi davanti ai follower,
faticare l’esistenza se non vista,
ruotarsi di like compiaciuti,
plastichine d’involucri
trasparenti e vuoti
senza respiro, aria e neuroni.

Bacelli dispersi,
senza echi,
egobulimici:
pioggia cadente,
sei inutile
se nessuno più ti sente.

ott 17, 2022 - Cicatrici    Dicevi?

Spighe

Le spighe
danzano assenti,
del vento
ne solleticano la corteccia
e a pochi sguardi
concedono moine.

Da stupore prive
e vuote di moventi,
incerte allo sgomento
proteggon la tua breccia
da subdoli rampicanti
e gelide manine.

ago 19, 2022 - Calamai, Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Sofà

Latrati di schiuma sporca,
pelle tesa attorno alla pioggia,
fanali stanchi d’auto indolenti
e un ragno misero che danza
appeso allegro al suono rauco
di un magro pomeriggio scalzo.

lug 23, 2022 - Cicatrici    Dicevi?

Rifare il letto

Quel poco che ti conta,
la leggerezza atroce,
la ricerca del nulla,
la promessa senza importanza,
l’invisibilità davanti,
mentre già ospite vagheggi,
frasi al futuro singolare
dolore non presente
senza cura, decenza,
un continuo taglio asettico.

Paradosso
quel continuo
invocato simulato
mai donato
preteso
e non compreso
nel tacere,
nel dare,
nel fingere
di non vedere,
nelle speranze tonte,
nel rifare un letto,
nel restare dilaniato
notti sveglie senza fiato
ad attendere invano.

mag 28, 2022 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Maggese

Accogliere, distogliere
accertarsi di accrescere:
alla fine del panorama
ritrovarsi stanchi,
diversi, con liuta
da reintrecciare,
di nuovo, da capo,
quando già pensavi al riparo
ed invece ti attende
il più grande maggese.

mar 27, 2022 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Rose

Dune d’ombra
là ti sei nascosta
fra silenzi, unghie,
veli e sospiri.

Straniero al camino,
bloccato e sfasato,
non sono, non posso,
non riconosco.

La luce visita prima,
curiosa e straniata
trova i cocci,
la polvere ed un soffio
trattenuto in mano
quasi scappato.

Fuori dai vetri
tra roveti in germoglio
si ride di chi
ripudia le spine
perdendosi le rose.

feb 12, 2022 - Cicatrici    Dicevi?

Son diciotto anni già

L’ultima del puzzle
non la trovo mai.

Incompleto,
arrancante,
minuscolo sotto peso,
arrabattato stanco,
saliscendo dal banco dei pugni.

Ma mi rifugio ancora
nella grotta, bagnato di candele,
ti accarezzo, pago e prego.

Perché mi ricordo,
mi ricordo anche al buio
del tuo modo di trovar stelle,
del tuo soldino sottovetro
e del tuo andare incerto
ma sempre dritto nell’onde
senza mai perdere
bussola, speranza e carezze.

gen 26, 2022 - Cicatrici    Dicevi?

Sorriso

Quel poco sorriso,
annoiato e sbiadito,
sciogliendosi taceva.

Svanisse salato d’acqua,
soffiato dall’assenza,
steso in cerca di cielo.

Diastema in ascolto
tentennando di fiducia,
riposa allocco e guardingo.

dic 22, 2021 - Calamai, Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

25

Cannella, caffè,
fiocchi di fiori,
pacchi guardinghi,
ghirlande sospese
e cori di campanelle.

Dita brinate,
propositi malandati,
scricchiolii anziani,
coperte sui nasi
e schiocchi su baci.

nov 26, 2021 - Cicatrici    Dicevi?

Discount

Occhi stretti,
silenzi di attese e mandorle.

Seta, grazia ed innocenza.

Si canticchia una canzone,
si scherza con le braci,
si avvicinano i nasi,
gli sguardi oltre l’altrove.

Una goccia, un angelo,
una scommessa persa nel fiume.

È tutto diverso
dal credersi ricordi.

ott 24, 2021 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Stonato

Gran balzi,
ninnoli alle caviglie,
sussurri spigliati,
monetine tra le dita,
occhi gitani
e baci tremanti.

Santissima di spera,
tarda e codarda,
sia tu falsa causa
dei miei vuoti d’aria.

Simmetrico e traslato
giringiro senza fiato
casco incipriato,
fracassato e stonato.

set 12, 2021 - Cicatrici    Dicevi?

Senza cielo

Poco furbi,
senza cielo,
sognatori bolliti,
dimenticati,
solo sentimenti,
sfratti d’anima,
incazzati e bagnati,
assorti, innamorati,
bacati, pieni d’ali,
carezze e sberle,
rialzati, miracolati:
non è ancora finita.

mar 2, 2021 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Anomalo

Fermato dal nulla
appeso di stelo
ritornando impavido
giocando il ghiaccio,
immortale effimero.

Buongiorno,
nubi private dei sensi,
giri cauti e stupidi:
compresa la misura
d’umano resta il fiato
poco, prezioso e anomolo.

Di grandezza chi siamo?
Vaganti un pizzico,
già sbrina e scordiamo,
arriva la sua mano:
non molliamo.

feb 18, 2021 - Cicatrici    Dicevi?

Stare

Torcio il collo,
sbiellando le scapole,
vetusto di pensiero,
parco nei respiri
e tenue nel darsi.

Più grezzo sul chiedersi,
greve di spigoli per altri,
pesi stanchi negli sguardi.

Toni a modo di grigi cieli,
ronzii di altri destini,
sale lontano al rogo buffone,
studiarsi da capo ostici
mal tagliato su risa di orchi.

gen 30, 2021 - Cicatrici, Mangianastri    Dicevi?

Gocce

Pimpoli miti,
baratti del destino,
gorgogli distratti,
trottole vaganti.

Creta del siamo,
binari scassati,
tornando al sempre
sommersi e ciechi
in grotte presenti.

I conti, a lumi accesi,
son semi di pensieri
da farsi senza assenti
e giocarsi fra i misteri.

dic 23, 2020 - Calamai, Cicatrici    Dicevi?

È di nuovo il post del 25

Arrocca e tintinna,
rifugia e molesta,
rinvia e corteggia.

Stoccafisso di rimpallo,
senza fiato, ligio al litigio,
irriverente da megafono
e venduto al commercio delle fusa.

Sbatte la fronte, arriccia le palpebre,
chiede ad ogni sbalzo di tensione
ed ottiene mormorii di finta persuasione.

Al solco ruota e ingordo,
trono e puleggia,
scarto e ronzio,
inno e arrocco.

Bofonchia, spulcia,
si ribalta e ondeggia.

Resta, ricomincia e s’alza.

Ben venga.

set 19, 2020 - Cicatrici    Dicevi?

Sfitto

Privo e sfitto,
curvo in gambe
e stanco in cornee:
pargolo assuefatto
stracco in razio.

Recidivo bacato,
braccato dal fato,
indugiante a corredo
e badante dissonante
al ritratto sincopato.

mag 15, 2020 - Cicatrici    Dicevi?

Sollievo

Sforzato ridendo ribatto
il metallo occluso al gesto
resto
al fine del compendio
onesto
fuori dal guscio
spossato e funesto
quel che pago
non ottengo
ma al diverbio
intravedo oltre stento
un sollievo
gentile e tremendo.

Smucky. 250320

Poggiato di gomiti sul mio davanzale osservo tra le persiane della finestra difronte un riflesso sbilenco che attende il mio sguardo quel tanto bastante affinchè accecato io volgessi il mio intento di attenzione al bastone poggiato sul balcone opposto al dolore.
Essendo accostato alla ruggine di un solo pensiero del fiato succede che quel supporto legnoso in quel preciso appuntamento con il cambio del guado del mio pensiero se ne cada diretto in strada con un balzo che non definirei molto ampio ma ripeto bastante al tocco sordo provocato dal suo rimbalzo di distacco dal collo del malcapitato infrangente di legge passante non spesso sovente al di sotto della traiettoria in sola prova cadente.
Il tutto nella voce fra il cappello ed il mento genera un sacripante verso di incredula ammissione per la ricezione del suddetto bastone involontariamente fuori dal presidio della mente ed un’alzata di orbite in cerca del movente per altro assente.
L’infortunio ambulante raccoglie le borse della spesa e si avvia nuovamente verso questa comune e straniante quarantena.
È allora che lo riconosco.
Non il bastone, non il balcone, non la caduta, non il passante ma la risata.
Dietro l’angolo della misura del palazzo basta quell’attimo a mezza altezza per sorprendermi di come a distanza di anni io già sappia a chi appartiene quello stupore a cui non so ancora dare il giusto suffisso al nome.
Scatto, trottolo le scale e prendo la corsa fuori casa: scavalco il bastonato e giro lo stucco dei muri.
Nulla, non vedo che quel che già conosco.
Lo penso, lo ripeto e quindi lo parlo per poi urlarlo:
- Smucky, lo so, tu lo sai, fatti vedere!
Tre cinguettii di passeri novelli cittadini, la millesima sirena lontana, lo stesso caldo silenzio primaverile che da giorni ormai spaventa il tutto e il nulla.
Giro le spalle e torno verso il mio assedio casalingo d’attesa per una storia che non sconta, non scritta e conta le assenze.
Al sesto passo del rientro risponde il suo sussurro accovacciato tra il marciapiede, il finestrino rotto ed il vermiglio di una portiera anteriore rigata.
- Se lo sai non hai bisogno d’oltre.
Rispondo al fermo, ma senza voltarmi, guardando altri nuovi vuoti tra le strade vuote.
- Hai ancora gli stessi occhi? – gli butto lì tanto per.
- E tu hai ancora lo stesso inchiostro? – risponde come se.
- Dove? Son più di dieci anni e oltre!
- Oh, non molto distante dal tuo allontanarti in realtà, dicono si chiami ‘quel che succeda a volte nella vita’. Prendi la prima stradina al bivio impolverandoti senza pensarci e poi è tutto in giro crescente di arzigogoli che poi neanche ci si ricorda per i compleanni.
- Come mai adesso?
- Hanno fermato l’attorno, hanno cancellato il paesaggio e rimescolato il mazzo. Ora non è più ora e domani non ha più un verbo se non quel ritocco di campane dilaniante: ho pensato che fosse un buon momento.
- Lo è, lo è sempre stato. Posso voltarmi giusto per ricordarmi di ricordarti?
- La scelta è tua, ma la storia è nostra. Facciamo che ci vediamo quando ci rivedremo ok?
- Quando?
- Presto, te lo stai già promettendo: ed è già un buon segno.
- Allora sia: a presto, amico mio.
- …
Il tacere è un invito al girarmi per scoprire il vuoto ma prima del farlo passa un’auto con a bordo un paio di carabinieri: hanno il finestrino abbassato e dalla radio risuona straniante l’inno d’Italia.
Così capisco nel non voltarmi quel che quella candela accesa sul mio davanzale ora mi invita a fare: ‘vai avanti che ti aspetto’, direbbe Smucky.
Perché è vero: c’è un qualcuno che ci aspetta, alla fine di tutto questo.
Perciò: avanti, andiamo avanti.

Reali

Sospendersi
al fine valle ancora ballano
ma il vento sposta il petto
l’istinto stringe vicino
ed il monte è già sceso.

Stiamo e saremo
futuro di altri
forti all’esempio
e nel cuore della notte
porti rinascenti.

feb 12, 2020 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Son sedici anni già

Sedici al pendolo,
tra il tuo saluto e il mio infinito.

Ancora sei di stelle ancòra
sorpresa, carezza, bastone e speranza.

Camicia stirata, sua altezza,
mio sguardo e ruvido accordo.

Continuo ad allungare i piedi,
d’andata altalena: senz’albero
rinforzano le radici
e s’allarga lo sguardo.

dic 27, 2019 - Cicatrici    Dicevi?

62

Lembi d’altri falsi quadri
tele di cere per cene
il disegno a beffa d’ingegno
siamo.

Poco prima dell’ambo
appena distratto dal freddo
osservo la curva dell’universo
ridere e ostentare un senso
nel ritrovo tribolato
nel viaggio attrezzato
nell’attesa incrociata
siamo.

Al culmine,
all’uopo nostro
ecco ci riconosciamo
nei silenzi finalmente detti
nel volgersi spanato dei tormenti
siamo.

Orbite distratte
parvenze di canti per le albe
semi folli per chiome al nome
il giusto del cerchio d’insieme
rive d’approdo scosse dal buono
siamo.

nov 30, 2019 - Cicatrici    Dicevi?

Vado

Gli alberi a raccolta
s’osservano a distanza
lunga l’aria
vuoti i campi
accade e precede
al tocco è sale
il sangue smette
la luce stringe il fiato
l’ago buca ignaro
mentre la perdita
resta nel tuffo
e il gelo in fiducia
china il capo
azzanna
e attende il calore.

Raccolgo i rami
caduti per me
accarezzo le gemme
scosto la neve
vado.

set 29, 2019 - Cicatrici    Dicevi?

15 chilometri

Scrivi resta
d’arpa sbiadisci pensa
scherza e stringi
pizzica le gocce
cammina
quasi come se
libellule a gas
vesciche d’anche sgomente
attese
sbuffa
l’impossibile
è dietro le antenne
fissa e passa
ridi e sbalza
al chiamarti matto
saltella e mostra
sfuma.

Fresnel

Dazi ed incensi
lontani dai giusti sentieri
opachi e pesti
brillocchi di quieta cera
unti da palmi di mani stanchi
scorze di quei forse
di cui danzano le onde.

Miele di rena
conta di buffi racconti
monile sgretolato dai sogni
più colpi che spinte
che di gioie brune
e pasti dipinti
son piene le quinte
e sazi solo i vinti.

mag 30, 2019 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Sestanti

Di mare
dovreste salpare,
toccar di schiuma
sentire l’assolo
quando si è soli
muover ruotando
senza l’aria in terra
nulla e tutto
potesse questo
natarvi un risveglio
scovarvi effemeridi
scalzi e sestanti.

apr 23, 2019 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Austral

Le candele
allo scoppiar polvere
van soffiate dolci
per allungarsi
dalla ruta da Chamiza
alla ribera del Lago
solcando le piume
soffrendo la ferma
e non aver più tempo
per fare quello
che non ti piace fare.

nov 15, 2018 - Cicatrici    Dicevi?

Quasi mi dice se fosse

Il mio angelo senza ali
di sussurro nascosto
mi bussa nei sogni cheto:
quand’era sguardo in me
aveva un futuro probabile
ma il mio presente
non ne ricamò un regalo.

Così scelse altra sorte
lasciandomi il torto
di non che esser me
e volando nel giusto
mi rimase al riflesso.

E furon lune e piogge scure
sabbie e pelli al bacio
un contagio e un battelo
fino all’isola felice
altro mondo, diverso indirizzo.
altro speciale universo.

Ma lui torna:
la notte
si tinge accanto al letto
e cucisce, accarezza,
che quasi sento la voce
quasi mi dice se fosse
ma lui è altrove
ed io nemmeno un signore.

Dice che anche lui
ora fa bei sogni
e chiama di me in quelli
per quanto lontano
basta un mio canto
si morde il labbro
mi sfiora la schiena
in cerca dei segni
che sulle spalle
si fan piume.

Ha dato vita,
è rinato
sta bene
e sarebbe stato
ma ora è giusto
che stia lontano
e per sempre vicino
perchè questo mare
è troppo mare
per chiamarlo sale.

Dove devo firmare

One hand in the air

eccomi sfrucugliato bastante
addossato alla corte
del primo che interrompe
questa danza di una stanza derviscia
senza il buon senso di mostrarsi al plesso
un cartonato del suo fuggire
per fingere di divenire
caro mio ti offro caffè e simpatia
per rimanere sveglio
per vincere al karaoke stonante
e per spedirti una cartolina
con scritto ‘smettila di parlare’
così quando arriva
sarai già qualcosa
di stupidamente nostalgico

two hands in the air

come sempre che vergogna
le tre versioni della storia
concidono solo alla partenza
e si abbracciano all’arrivo
ma considerando l’eqauazione a due terzi
la mia postilla è grata
per non essersi mai arresa
ed essere leggera ad ogni sole scalzo
dove devo firmare.

nov 27, 2017 - Cicatrici, Mangianastri    Dicevi?

Senza nome

Potesse che il cielo mi dica sai
infondo non è che un passaggio,
un’unghia da smalto,
un abbraccio a metà.

Uno schiaffo senza fiato,
un dirsi mai e un godersi altrettanto,
una camicia in saldo già macchiata
un’esca per giri tondi.

Perchè farlo e perchè no,
una sosta perenne fra labbra e altrove,
musica interrotta nel mezzo del ballo,
fiore che non conosce neppure il suo nome.

Ale ora ti spiego

Ale ora ti spiego l’assortimento,
stai attento.

Domani, forse ieri,
dovrò raccontarti che faccio
e a te ti par poco.

Sai che ti dico:
son poeta e sognatore
che le rime costano niente
ti spezzeranno le ossa e l’amore
bucheranno le tasche e anche l’ardore
ma ti baceranno piano e sempre
un giorno alla volta ogni giorno migliore
e
allevatore di sogni
che quelli costano ancora meno
ma ti allargano il cielo
e quando piove
sai cosa raccontare
e quando c’è il sole
son sfumatore del creatore.

Perciò Ale scrivi e sogna
che ogni volta
forse
dico forse
ogni volta che lo farai
potresti pensare a me
alla mamma
al buon essere vivo
e sarà un bel divenire
e potrai donare
altro non ti servirà
fidati
anzi no
ricordati il cantare
quello lo potrai fare
anche quando le cose andranno male
figurati quando sarai leggero,
fiero.

Così infine
son qui barbuto a raccontarmi
come sarà
il tuo vivere,
il tuo volare
e il tuo cantare.

Lo so:
sarà speciale.

Calibri corpo undici

Nemmeno un laccio o uno stratagemma
l’attorno non credeva al lampo nè al profumo del fieno
solo un qualcosa che sapeva di aver perso
ma non come tornare dove pensava fosse il posto
solo avanzare e non poter domandare
straniero nel suo essere andante
mai nell’agio di un buon pasto
o nel corpo sotto un tetto.

Nessuna lama, bagaglio scarso al suono
un piede dopo l’altro e attento alle lupinelle
pacato durante uno schiaffo
curioso alle carezze
e discreto nell’andarsene
senza un perchè nelle tasche
ma con buoni girotondi
e oltreoceani nelle pozze degli abbracci.

feb 12, 2017 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Due sole piume lungo il fiume

Viaggia affamato,
adora le gocce,
fiuta il tremore:
vuol solo piangere.

Ha proiettili sotto la pelle,
terrori capovolti negli occhi,
mani attaccate alle zampe
e un pianeta dove risplende.

Non si lascia abbracciare:
ha un costato di frecce spezzate,
orecchie ricoperte di maldicenze,
olezzi al naso che non si posson curare.

Stamattina alzando il sole
ha deposto i battiti,
firmato la sua dimissione
e sbattuto le briciole dal cielo.

Salito sul treno senza un autografo
alla vista del mare è saltato:
stava per dirmi un segreto
ma un asterisco lo ha coperto di neve.

Lo han cercato invano fino al primo lume
tra sterpaglie e cocci di desideri:
senza trovarne nè il senso nè il tempo
scorrevano due sole piume lungo il fiume.

gen 26, 2017 - Cicatrici    Dicevi?

Codice a sbarre

Ricordarsi il nome
la provenienza
non il colore
una pietra
lo strano pudore.

Ciao Virtuoso,
hai un buon gluteo
attinente ed educato.

Scappa:
non è mio il tuo collare
pirite fragile
sbagliando paradiso
s’impara il nome alla luce.

La fine del castagno

Un secondo d’uomo:
bastante al percorso
cencioso all’incompreso,
difetto al sapor del poco spavento.

Zucchero d’amor perduto
imitazione di un popcorn scaduto
lampo intuito lontano
re degli astanti silenti
angolo della sfera
migliore dei migliori increduli
giovincello in attesa del fuoco
assaggio di una sveglia già suonata
nessuno vuol vederti luccicare.

Un’altro anno va a dormire
la Fender attende ancora il suo sol
Cinecittà sta smantellando i suoi perchè
e la tua ragione si sta svalutando
il cielo mi chiede se son vivo
fa il bischero con le mie vene
che gli dovevo un abbaglio di pazzia.

nov 30, 2016 - Cicatrici    Dicevi?

Benvenuta

Benvenuta
manuncine vispe
su fioche ante celesti
permesso prego
è tutto a posto
chi paga questo lusso
bagai.

La mamma
sa sveglia nonna
l’accarezza nuova
riscopre la pace.

Il figlio
si battezza padre.

La ruota
nun se cura
svela na creatura
benvenuta.

set 13, 2016 - Cicatrici, Polaroid    Dicevi?

Empty

Pressato fra molecole
asso da canasta
senza più ossa per mollare il colpo
con un guaito soffocato
ed un buon rendimento alla distanza
ma con bulbi recisi agli occhi
e congiunzioni a fuor di bolla.

Cos’è mai questo frusciarsi fuoribanda?
Un’avvertenza ignorata, una sosta dimenticata,
un appuntamento forzato ed una resa disattesa.

Empty,
scassinato e oltremisura
oltre il guado senza condimenti premettendo
ora m’accorgo solo delle stonature
delle macchie e del freddo che sostiene il muro
alfine insisto
solito contrappunto polifonico muto.

giu 21, 2016 - Cicatrici    Dicevi?

Orribili ultimi

Orribili ultimi
che fan capo chino
al capezzale del sole
storditi e illusi
emaciati da Elvis
ricompensati dai sogni
squassati e ridanciani
irritanti amici dei margini
scansatevi
all’affitto del mio ciancicare
firmo il mio canone
e torno a ballare.

apr 14, 2016 - Cicatrici    Dicevi?

Sestante

Aperitanti,
esperti vocianti del credersi,
mignolanti sprizzanti vacui
almeno tendete al ronzio
di chi v’offre sputi in rima
davanti al vostro incensarvi
oliandovi ovaie ed eghi
che siete null’altre particelle
di quelle che di voi si scordano
perciò orquando prenderete atto
di contar capocchie d’ago
misure tra l’essere e qualche astro
ripagherete l’offerta essenziale
al fuoco tardo del vostro volo alato.

feb 9, 2016 - Cicatrici    Dicevi?

Son dodici anni già

Ed altri quattro che
v’abbriscolate insieme
su zuccheri filati
cantando osterie
spicciolando le arance
tendendo la voce
vi ascolto divenire.

Accarezzo iceberg
il capitano in pectore
non percepisce l’abisso
testarda la rotta
e non raccoglie la falla.

Chiedo al faro
che rinsavisca la tempesta
accarezzi al bastone l’onde
e quietando la nebbia
mostri la terra
che non si trattiene
ma ci sorregge
senza chieder niente.

apr 10, 2015 - Cicatrici, Mangianastri    Dicevi?

E risalgo al canto del ballo.

Lamenti che ti sembri
nel vedermi al paragone
nell’assemblarti con i mancamenti
il diamante si fiuta
s’osserva solo per chi
brilla, ha gioia, non si paga.

Non si è altro, non sono quello
nemmeno il più scaltro od il più bello
ma ho abbastanza polvere per avere un passato
ed un ventaglio che mi sussurra il futuro.

Sarà mio, sarà latrato e a volte stanco
ma senza risarcimento e consapevole del resto
perchè del mio valore io non ho mai accusato un paragone
ed ogni mio secondo è valso discreto al creato
del quale ogni giorno Santo io sono grato.

Quando poi alla conta dell’Alba
avrai voglia del mio sarcasmo, del mio ciancicare
del mio poveraccio sapore di labbra
dimentica tra i bicchieri e la pubblicità
di chi promette, s’espone al trucco e scompare
chissà quale sarà il cuscino della mia fragilità.

Osserva, sorridi, aspetta
quel lancio di domino che mi bussa alle spalle
nell’attesa provo lo swing al meglio
come mi riesce docile, in silenzio
tanto tutto s’è già messo in moto
salgo al faro, son di me stesso vedetta
cucio il mio giaciglio d’ombre e latte
e risalgo al canto del ballo.

feb 12, 2015 - Cicatrici    Dicevi?

Sono undici anni già.

Il senso del conto
ormai ha perso il triplo del prezzo:
voltarsi sempre
non dipana e non consente.

Oltre il sentirsi
restan petali di primavere
ed il profumo dei segni:

occhilui      occhilei

fieri i gesti in muto capirsi,
barolo in trucioli da bere
e ruggine sui chiodi dei legni.

 Nella tua spogliata stalla
già risuona un sorriso salvatore:
basterà addobbarla di pace calma
e ne risentirai tutto il calore.

dic 1, 2014 - Cicatrici    Dicevi?

Racconto l’universo

Incedo l’accordo col passeggio del piano
salgo verso il tuo mento senza una carezza di accenno
al capoverso t’osservo con un rimprovero pentito del siamo
quello dicono sia il calore del sole acerbo
pare un apogeo dinamico troppo rapido.

Correggo il bugiardino futuro
a mio uso e consumo pudico:
un’appartenenza oscillante
tra il battito e la sua attesa
fachiro del mio destino turbante,
levigato ambrato e niente resa.

ubi

Punge irritato il guasto al megafono
mentre compro al banco un contegno d’altri
muta la pelle e vaga lo sguardo
senza soldi per un’anima da saldi
racconto l’universo al mio infinito atomo.

set 15, 2014 - Cicatrici    Dicevi?

Mio resile caro

Funziona tutto quel che sali in finzione
spesso e volentieri sempre all’occasione
ottima analisi del tarlo acquiesciente
senza peraltro un pane di abbraccio latente.

Busa del masso che ti scaglia l’addosso
fuoriposto, magnabagascia, fungo di cosmo:
fosti un scappa scappa di tua ambascia
e resti spora di soffione che s’accascia.

Alice li vedi i cani che sbranano arresi
quel che credevi i tuoi dolci compagni fieri
ora non son altro che nere pregunte
che insegnano alle stelle come tagliarsi le punte.

gen 9, 2014 - Cicatrici    Dicevi?

Grano e campi di corvi

No.
Non nel verso
nel senso del tolto all’avverso
non nel placido
non nel pacato quadro caldo
non nel soffice gusto
o nel solido armonico mistero.
Ma.
Nelle chele delle virgole
nella punta esclamativa
nella pozza rossa
del punto interrogativo.
Là.
Stavo fermo
mi riconducevo
brindavo traballante
e solo cantavo.
Sì.

ott 17, 2013 - Cicatrici    Dicevi?

Layout

Del chi
a me d’esser buono di ricordo
far quello che han cullato tra i se
per il fatto che sarò quel che ero
mi scaglia in angolo
mi cosparge del fiato del ghiaccio
perchè sempre meno di niente
è lo spunto del chi ti ha voluto.

Non fermarsi tra le mie lettere affiancate
è ormai quasi un solletico
un giochicchio appuntito
un convivermi incrociato e sgrassato.

Potessi sciogliermi i nodi
tornerei marino tra i fiori
esca del mio fiore di pesco
e questo di certo
non mi sarebbe semplicemente corretto.

ago 22, 2013 - Cicatrici    Dicevi?

Lievemente ardito

Tu
forte, dev’esserti forte
mentre i baloon salgono al cielo
la spiaggia freme e la parvenza dell’ombra dell’uomo s’asciuga
sai di scoglio, infrangi i flussi dei flutti e ritieni semplice l’andar dell’onda.
Cavalchi e scalci senza motivo il tuo demone
ma l’ossesso non scortica l’osso
sbuchi e sotterri la sorpresa
tra il giovane e il vecchio quale è il tuo mezzo?

Tu
ed ora la mia default song
sale ad un livello più aulico
con l’appoggio forzato di un coro di prospetto
esalta l’esserci
non c’è tempo per la paura
la pioggia mi brucia
mentre guido le pupille
verso un abbraccio senza fiato.

Tu
lasciami cantare di piuma
che comunque la vita sorprende tagliente
che forte, s’ha d’esser forte
resto otre di cose vuote
all’imparo del mare
non disseta e non s’arrende
continua a far brezza
prima della tempesta.

Ah
cosa ne pensi
mentre danzo sull’erba
o respiro le stelle
non sì può un bel niente
oltre il muro d’acqua
c’è il mio show
perciò tuffarsi
da quel che forgi mio
è quantomeno lievemente ardito.

lug 29, 2013 - Cicatrici    Dicevi?

Piolo

Scherzo di parole a letto
non c’è capoverso tutto va stretto
tra bollini rossi e rovi di sole.
Girerà, fioriranno e sarà bel fresco
l’afa rende pesante tutto il resto
sto qui e non aspetto e a volte tentenno
ma l’amaro scuffia di un dolce argento.

Lettere compagne
per voce senza accordo
volgo e non valgo
tutto scuoce
ed io non son rumore.

Limbato d’asta stanca
costanza rimanenza danza
s’avanza e arranca
ma il punto è ferrato
e la vetta è una scelta
sempre più densa.

mar 30, 2013 - Cicatrici    Dicevi?

Non valevole

Ciccioli: così, senza neanche che. No, non è valevole.
Ciao, che non sai quanto tu.


On The Mike – Sigla 12/13

feb 12, 2013 - Cicatrici    1 Commento

Son nove anni già

Son nove anni già
bianco fiore giunto al miele
fieri e belli al nuovo insieme.

Ormai sarete al sempre litigati
ripresi al vostro tripasso
polenta, orto e camicie profumate
la sera d’accarezzo al gatto
ed il bianco e nero della tv accesa.

Vi guarderete di vita che solo voi
mentre briciola il pettirosso
e fuori nevica il mondo.

Vi sento quieti
quanto basta
per colmarmi il cuore
in un sorriso pronipote.

set 21, 2012 - Cicatrici    Dicevi?

Cadenza d’inganno

Spaventoso bianco silenzioso
fuor dal mondo
chiusa la gabbia senza grata
frullati pensieri a galloccia
tutto si assesta
ma all’esterno dell’esco
mi spengo
non riesco
quel tutto credo
si sgretola di confronto
frusta e incendia
sparadossa gli assi
scastra e sblatta
ed estirparlo
squarta.

set 10, 2012 - Cicatrici    Dicevi?

Umarells

Scende il cielo anche stasera mentre attraverso senza guardare le strisce d’oro sulle ali.
Bevo un caffè e accarezzo i bottoni d’argento che mi stringono le cicatrici.
Poso la pala e scavo.
Traccio le tracce nel muro, prendo la mazzetta, lo scalpello e picchio.
Prendo l’ultimo pezzo di biscione in gomma dell’autopompa: cambio gli stivali del gatto con quelli da pescatore.
Mi imbogo nelle gabbie di ferro.
Mi casca il tenaglio, mi scivola sotto al pannello di due metri.
Appoggio lo stesso pannello di legno sopra dei cavalletti rauchi: prendo il pennello, quello grande per dipingere una parete grande, lo impregno di impregnante e lo passo sul suddetto pannello.
Anzi no, prima devo afferrare la cazzuola al contrario e scrostare il cemento secco dell’ultima gettata.
Vado a prendere le cravatte per la festa: a lame di 4 con dell’acciaio a cuneo le incastro in distanza di 40 centimetri.
Misuro col metro di legno.
Puntelli.
Mi mancano i puntelli.
Vita e svita e stringi.
Taglierina e legno.

Mi manca pure il chiodo di acciaio temprato per entrare nel fresco del cemento armato.
Mi manca infine il pizzico dello spago rosso che segnala le tracce per terra sulla nuova soletta.
Forati, da quattro, da otto, conci per conciarmi senza pensieri.
Borsa per il martello.
Togliere tutti i chiodi dalle assi.
Un sacco di calce ed uno di cemento, impastare.
Betoniera.
Attenzione con la gru, colpi secchi e niente ondeggi che ti cade la vita addosso.
Vibrare il fischio di avviso, mangiarmi un cotecchino.
Pulirsi il culo con l’interno della carta dei sacchi di malta.
Tagliare i conci con la pinza grossa, isolare il tetto, camminare sul ponteggio.
Falsi telai, umidità e bidone del ferro col fuoco dentro.
Acqua ghiacciata nei tubi, abbronzatura abbrustolita che ti si riconosce.
Matita sbucciata per segnare le pareti di misure precise.
Tavolati sbagliati, tavolati storti, tavolati perfetti.
Piccone e badile per raccogliere sudore, altro che rime.
Bagnare la platea, stongiare liscio e perfetto.
Controllare l’assenza della curva sulle assi da 4 metri.
Sentirsi parte del progetto oleoso di un antico capocantiere.
Puzzare, gustare, sognare.

Mi manca la tecnica,
abbondo di inutile estetica.

gen 11, 2012 - Cicatrici    Dicevi?

Viva il punto dipinto sul fondo

Le stelle abboccano sottocoperta
d’ogni risveglio una promessa
chi sei come mai cosa vuoi
t’accarezzo la nuova collina
custode di futura vita.

Mi riempio l’acqua di un bicchiere
brindisi di scanzonate a giro di sol
‘fanculo alle paturnie
al tempo perso dietro all’ e se?

Viva il punto dipinto sul fondo
la voglia d’andare oltremare
il gusto nell’imparare del fare
il tono di chiusa snello in una frase
il confondersi nel coro di voci
l’aria fresca della prima parola
l’urlo che sale nel non sopportare.

Viva il punto dipinto sul fondo
l’elogio del giullare demente
l’acchiappo dell’acqua tra le mani
qualcosa dentro al fuoco nel contorno
la danza sul teatro del cielo
la speranza e la voglia fra il respiro
il girotondo sul culo del mondo.

nov 26, 2011 - Cicatrici    Dicevi?

Lume di brina

Piccole orme incostanti su fili di lana taglienti
gioventù per nulla scrocchiante d’anni
fili d’erba all’erta puntinpiedi
e l’aria che mi accarezza che non puoi capire.

Complicato sotto gli ombrelli della crisi
rientrando da un’estetica da jet leg fighissima
con la fusoliera ammaccata, un solo bruciare di motore
ed una saracinesca buffa che salda i sorrisi.

Girovagando al guinzaglio dei debiti
opportunista il giusto verso i giusti sì
roteando ai buffetti e agli strilli dei se stessi
ave o chiavi del mio domani.

Chittecapisciatte mi parli con la paprika al culo
delle tue papille arrotolate senza sugo di fumo
ma mentre tu ti siedi sul manrovescio del mio manubrio
io pedalo leggero sfidando il canto alto sereno.

Friccichio al lume di brina
corsa al galoppo cieco al consiglio
guarda quanto divenire saremo
senza perdermi un solo felice pensiero.