ago 17, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Animatori alimenta automi.

Summer time and the living is easyBolgia caldarrosta che svuota la città: t’adoro Ferre e fuoco d’Agosto che apri le strade, liberi i parcheggi e sfumi le colonne d’auto in miraggi invernali.
E’ tutta un’altra urbe, quella di chi rimane sull’asfalto e non mette i piedi in ammollo fra sandali e sabbia.
Si vive meglio, certo, si respira senza inalare endovene di carbonio e si sguazza fra un viottolo e la provinciale senza paura di strombettare o, nevrastenici, mandare qualcuno a cagare.
Italian style, che mentre i vicini in continente scandagliano le vacanze infra-anno da sempre noi si aspetta tutti gli altri undici che arrivi agosto e che le fabbriche chiudano e che le melme in Adriatico collassino. Fantastico.
S’insegue lo star bene in tapis roulant da palestra fissando il muro bianco smorto per far scendere la panza e si trascura la testa bramando da sempre uno sdraio, un lettino ed un bagnino aguzzino invece di quietarsi, centellinarsi e sfamarsi di parole.
Sapere quel che si vuole.
Ma non c’è tempo: quando si stacca dal ritmo tram tram si scende dal mondo vero?
Non se ne vuol più sapere perchè la compressione tra le rotule ed i maroni è accumulata da troppi giorni e voltato il didietro all’ufficio il desiderio è quello di scollegarsi.
Persino, ne siamo, grati.
Si va avanti a rotazione in turbini di sabbia fra vicini di ombrellone con i nostri grossi attributi rotanti poggiati sui granelli.
Come siamo belli.

ago 12, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

San Lorenzo nudo e stento.

Nel mezzo, il cammino, la nostra vita.Coppie barbituriche, cappio ingrossa vena.
Che fai, di’ bello, venerdì sera?
Nulla, almeno credo. Prima sopporto e poi forse svengo.
Ci si annicchia a tentoni vicini e intonsi tentando di dare un senso all’allantonarsi e al riavvicinamento.
Ma non c’è verso.
Amore, che tormento.
Infrangionde e schiume da barba: rimetti a posto l’immagine che di te ho perso, sistemati i calzini tagliati spenti, rifammi il letto scoprendo il non aggrado del mio bel lato didietro.
Ed il pregio è difetto ed il peggio è non accettare di averlo e quel che di tempo si è dato per ora nulla è successo: nulla è cambiato e tutto è atteso smarrendone il senso.
Nei sogni cadenti non c’è tempo per neanche un desiderio e qui si sta di chiappe all’insù ad aspettare che si faccia un passo e non un salto ho detto verso quel che potrebbe essere il più luminoso universo.
Basterebbe un accenno di gesto.
Ma non c’è verso.

lug 26, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Stracco al forno.

TuTum.
M’esce
impettita
in fronte
sciaborda
di perline
o peggio
m’impernia.

TuTum.
Respirarmi
indosso
stracco
e senza
un movente
sudare
biascicando
lo stesso
gocciolare
secco.

TuTum.
A destra
impercezione
dal collo
all’occhio
colgo
mi smusso
ma poco
ricordo
a sinistra
arso
slogo
ma poco
combatto
smuovo
di nuovo
l’occhio
creo
vitreo
in cubetti
e l’invento.

TuTum.
Il teorema
è forgiare
il piatto
della calma.
Di pece
calda.
E dal buco
risucchiarla.

TuTum.

lug 21, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Caro il mio Dorian.

Sfumi tu?

Stempio, a volte.
Come se perdessi l’attaccatura dei veri e dei falsi
e tutto fosse uno
e l’ uno fosse il tutto
e la filosofia orientale mi facesse un baffo con il contropizzo.
Insomma mi piacerebbe evacuare, meglio: sublimare.
Cambiare stato scavalcandone un altro e passare da quel che sono a quel che appaio tralasciando il valgo.
Te, scusa, succede mai a te?
Come lo specchio e il passarci attraverso, cose così: solo che per introdurmi dovresti farlo di lato, cercare il bordo e chiedere scusa permesso passare lì in mezzo da una via nascosta sottile ed impervia.
Troppo facile sarebbe fare un salto in riflesso, caro il mio Dorian.
Qui ci vogliono il controscazzo, l’autodafè ed il revolver carico per una giostra a salve sotto il grande tendone di Mangiafuoco. Soppesarsi e dirsi: chi sono?
Cospargendomi di neuroni sono certo quello che vitreo in pupilla elabori capovolto: niente anima, tutto corpo.
Ma fossi tu il mio segmento di passato, diciamo un sugo d’annata fra il ’76 e lo ’04, uno spicchio, un aglio notturno, una limonata od una passeggiata di quel che ero, come mi illumineresti, diciamo il vero, adesso?
Diverso, di traverso, sbiesso?

Non sarei più sicuro solo quello di prima che ti passava agile fra il naso e la vita.
Conosceresti un mio vezzo, un cruccio, un neo di aneddoto che mi laccherebbe di un fondotinta in più strati, a seconda di quel che hai scavato e ancora di me scavi.
Attento, comunque: è un gioco fragile, fra il cartone e l’imballo segui sempre la freccia puntata verso l’ alto.

lug 15, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Incredibile è quel che si riesce a fare.

Vola veloce di bocca in bocca.Il tornar sulla fiducia.
Puntarne i piedi in sterno mentre allunghi volendo una mano tesa d’aiuto.
Dare per ricevere, allargare per stringere ed in stretta stringersi.
Fidarsi.
Credere nelle persone, nelle possibilità, nei cambiamenti, nelle transumanze dei pascoli d’esseri.
Essere certi che ognuno ha dentro quel qualcunchè da renderlo ottimo.
Rendersi conto che pensare in stabile di se e degli altri autodistrugge.
Provarsi per credere.
Mettersi in roulette e girare, puntare, aspettare.
Sbadigliare in faccia a quello che passa e dice, ti dice: tanto le persone non cambiano.
Balle dell’orso Yoghi.
Le persone non cambiano perchè ci son atrofizzati come te che pur di non credere non vivono.
Le persone sfumano perchè disperse fra palettati rigidi incravattati che non investono su di esse.
Piuttosto le degradano, frantumandone gli attributi.
Piuttosto amano l’immobile e ne ammirano la polvere che sopra si posa.
Per questo non cambiano ne migliorano.
Perchè esiste la tua miscredenza
la tua ingordigia narcisistica
la tua carta igenica verde dollaro.
Le persone, bbbellooo, cambiano.
Stupore: quasi sempre migliorano.
Basta soffiarci un sorriso infraciglia
e stringergli le mani in falangi da fiducia.
Ma tanto, anche a dirtelo, tipi come te, dicon che non cambiano, e allora, andiamo, pixxelliamoci sopra, che tanto, poi, io scorro nel mezzo, e fra un tentativo e l’altro, assorbo, vinco, perdo e da sempre incrocio vite sorridendo.

Pagine:«1...84858687888990...111»