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gen 26, 2011 - Senza cicatrici    Dicevi?

Casoncelli e tulipani

Avanti con fierezza
senza soldi senza fretta
avanti con i fiori stretti
i tramonti alti
le braghe rotte.

Avanti con la fede
con le vite nuove
e le pancie vuote.

Avanti chissà dove
nascondendo fatica
scartavetrando scelte
del non arrivi a niente.

Avanti con orgoglio
fiutato e storto
di chi a un sogno
e un giro al molo

di chi ha un sogno
e un fuoco buono
di chi ha un sogno
e un amore solo.
gen 12, 2011 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Bacheca con colpo della strega.

Prima il banjo, poi un’attenzione.
Le due colonne dopo il dieci ne faranno un anno rauco.
Poc’astruso.
Ci si vedrà un bel splendore erto.
Non come adesso, che son qui avvitato a stento per via di un aratro tosto.
Ora punteggio con la quiete dei panorami larghi ma sta già scandendo il tempo.
Per questo ti avverto: sarà un erba scalza da temporale ma non ti preoccupare.
E’ che danzerà il vento, ci saran così tante cose da fare e così poco da star fermo.
Sei invitato al ballo.
Portati un sorriso e un giro lento.
Prendi fiato, riponilo al sicuro dentro all’eco: tra poco sarà onesto al salto.
Pronto? Uno, due..

dic 23, 2010 - Senza cicatrici    Dicevi?

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E’ di nuovo il post del 25.

Oh oh oh
è di nuovo il post del vigilante
quello che avresti voluto
dovuto aver paffuto
e invece
senza neve pare cenere
piove n’aria gelida
che raddrizza la cute ballerina
e ti ostica abbracci e mattina.

Mi metto in un cantuccio
sotto al vischio del vinsanto
e attendo il babbo:
al suo scendere scaltro
l’agguanto brandendo
il suo acido didietro.

A tutti quelli
che mesciano parole
perchè così lustrano
il son capaci tutti
lascio le penne
senza le mie maniere
di star sghimbescio
ad osservare il cielo.

Per chi non brucia
nell’incenso denso
da gran cerimoniere
del salcazzo a prosopopea
solo perchè pota parole
e non si scontra con le rate
dico piacere
vada a rifarsi il sedere.

Qui l’anno decano
ha rubato bastardo
platino e sale
subito dopo il miele:
sappia il tempo
che io son paziente
attendo e limo bene.
Per fortuna
le due stecche
s’attendon di celeste
e la primavera
s’è già messa
il profumo della sottoveste.
dic 11, 2010 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Apriti cielo.

Trasvolando attento l’immaginario undecisimo parallelo mi affianco ad un veliero che ultimamente mi tiene ben sveglio il bolero: indugio sapendo e inquieto m’addentro.
So per certo che non sarà un velluto cadendo perciò mi premunisco d’un trabattello con cui roteare sul disagiato mare del crescere leale.
Tremo al pensiero stringendomi a brugola le scapole del mio acufene dorato: se non altro m’affranca vigile con raccomandata di non ritorno e questo rasserena amigdala e duodeno.
Attendo il sorgere del punto e croce adornandomi d’esteta ma il mio ombrello di sale piange al primo acquazzone lasciandomi zuppo d’un torpore interiore.
Lacerato dall’agguato di si tanta bellezza pascio le mie pietre oltre le porte disperse della volta celeste.

nov 26, 2010 - Senza cicatrici    Dicevi?

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Sberleffo.

Tondeggio paffuto rosicchiando il tuorlo del mio acuto.
Spesso sbecco e rosolo un contegno curioso al difetto.
M’arresto al mio verso e gioco d’abbaio sopra il tetto.
Furbesco attendo e rido anticipando il tuo vesso.
Aspergo l’intarsio del verbo giogando lingue a coltello.
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