Adesso riesci a bloccare Miss Palla.
Oddio, non più di due secondi (per ora) ma tra le due minimanine che ancora non salutano il pollice opponibile è già una buona storia.
Se poi ti racconto che la tua supervista si allontana di una mela al giorno allora io e mamma siamo d’accordo: sei un regalo nuovo ad ogni alba.
Da qualche giorno allunghi il collo verso il mondo: tenti di equilibrarti il pensiero spingendoti verso i colori.
Rotoli,
fingi di arrabbiarti,
sorridi.
E quando sorridi ci perplessi: perchè sappiamo già che il tuo mondo sarà più grande del nostro.
Ci saranno salite che ora son colline e questo nuovo ruolo ci ha colto impreparati nel renderti disteso al meglio il sentiero.
Ci scintilliamo, ci scheggiamo, ci bruciamo.
Ma a te piace il bagnetto, la calma delle carezze e non il calore acceso di questo Caronte che non ti lascia osservare sereno.
Il tuo naso attento assorbe l’aria attorno e le braccia che ti cullano sanno già quanto conosci l’attorno.
Non posso assicurarti di crescer rose senza spine ma posso imparare al meglio ad innaffiare il giardino.
Niente manuali, solo le migliori intenzioni a scanso di tensioni e tenzoni.
Carezze, ricordamelo.
Carezze verso te, la mamma, il mondo.
Carezze d’occhi, di parole, di comprensione scioglisole.
Carezze del pensiero, carezze sottosuole e carezze d’angoli visione.
Carezze attente, carezze che si confrontano, carezze preludio d’amore.
Guarda,
è tornata Miss Palla.
Dai, acchiappa.