Browsing "Senza cicatrici"
dic 22, 2009 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Blanco.

Blanco ammantato sporco di ricalco,
fumo d’animo sadico,
rudere nel fondo del fischio del vento.

M’ascendo oltre il riflesso del vetro
e quel che vedo è il passato.

Scavalco gli aghi di strazio
sognando scalzo:
pomice è la pietra del dazio
vago per ore nel bosco
aprendo la bocca persa al cielo
raccolgo sudore d’angeli.

Piango perchè solo
non visto dal rifugio del peccato
piango perchè da un lustro
non mi ritrovavo candido.

Ma questa notte vale un bagliore
scricchiola al passo del mio stupore
perciò mi raccolgo nel silenzio alto
di un bagno caldo nel ghiaccio.

dic 15, 2009 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

La mattina faccio sempre più fatica ad alzarmi dal letto.

Mentre m’ascio la crapa spellandola in due emisferi circoncentrici tenendo le mani ferme a snocciolo mi sfrego le pupille affannate e penso che il giro di giostra è sempre più faticoso ogni nuova volta. Servono sempre più risorse, la richiesta aumenta e il prezzo del greggio del mio raffinamento s’eleva inversamente proporzionale al frutto del campo dove la teoria vedrebbe un raccolto. Scolta il vecio, brutto invecchiare, anche quando la gioventù dell’ossa è relativa ma densa al tatto beh è il tuo andare che si sente nel fango. Meno due gradi gelano e ti scricchiolano addosso, ogni inverno allunga il freddo. Finchè c’è legna sul camino ci si perde ancora addosso alle fantasie della fiamma, fin quando avverti le campanelle in lontananza tenti ancora una danza.
Ma ci vorrebbe un tango, adesso, e non so più quali passi sperare per essere leggero o quantomeno sereno.
Andare, voce del verbo cantare.
nov 21, 2009 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Libera uscita.

Ah
Santa Claus de noi artri rubaci i quadri e lasciaci elastici
molli al vento pronti all’ondeggio
chi più ne ha più si senta disperso:
qui fa un freddo che a parlarci mi glacio le fauci.
Piove vapore dal sugo di queste dimore
finte neoclassiche finte fatiscenti finte farse per chi non ha conpromettenti
con le tonde vetrine a sputi, con le mimiche dal volume a palla
si scrisse qui giace uno che giocava a carte col quartino
mezzo di vino e creduto divino dopo un bianco sporco
dopo un benvenuto d’osteria
ma poco prima di mandarlo via
verso i campi ad arare carezze ai corvi
verso venti distorti da frequenze usurate dai poggi
nascoste da gomiti alzati e da calli scarsi fra martelli e travi.

Pace in terra
fra le brioche e la gerla
ch’ora vado a biasimarmi
lasciato sul fieno
protetto dal gelo
aspirando un segreto.

ott 22, 2009 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Gomitolo.

Perciò esci dall’onda come mela morsa,
dignitosamente offesa scegli l’assenza
fra rumori di scontro e magma calcolata
ruoti le stelle a favore di camera,
dimentica della nostra eredità dissolta.

T’appunti il guanto bianco al seno
lavando i piatti asincrona d’umore
immolandoti socchiusa agli sbalzi,
barando gli scatti, danzando ricatti.

Torni valutando la tensione del sole
cedendomi spavalda la mia inadeguatezza,
alzando l’aria nascosta fra i silenzi
mentre solendo mastichi diminutiva
gocce fatte acqua in giusta distanza.

Ma la massa non ha consistenza
quando goffa annienta la parvenza
stringe e resta, resta e stringe
al capo dell’altro capo
s’avvista sempre meno lontano.

Non serve candidarlo
nero nostro su ambrato
perchè in ogni silenzio
c’è quel che sappiamo:

il nostro ti.
ott 14, 2009 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Voltampere.

Groppa
buttera stanchezza
del laico prevedere
che in questo paese
vince sempre e solo
chi non ha pretese
s’esalta l’immagine
s’evita la fatica
il sudore non patina
meglio la fica.

Butterò giù la mia casa al simulio
di un crollo da diga alluvionata
per vincere il ticket dell’unico modo
in averla ricostruita d’incentivi a nuovo
grazie al bla bla bla
del chi sa solo prendere e non s’avvezza il dà.

Ho scelto al masso
dagli anni del respiro al vento
ora non ho che l’attendo e resto
la spirale gira e sicuro
dopo la ressa resta il seme
alzata la panna al polverone
ritroverò i compagni del senso
spersi chissà dove.

Vorrei finger volo
nello stesso elicottero
di chi vanta sapevo tutto
per dargli un calcio al culo
nel sniffare da vicino il suo raglio
sapendo che per quanto cadrà in basso
lo salverà sempre il suo stesso fango.

Ho noia del finto dolore
ho rispetto di chi si reinventa.
Per chi attizza il fuoco
invece solo diffidenza
se non s’è mai scottato
una volta l’agenda.

Resistenza,
ecco quello che mi appare in difesa
silenziosa, quotidiana,
rabbia d’ incandescenza.
Resistenza,
perchè anche se imbavagliata
la luce brilla sempre

della sua giusta essenza.

Pagine:«1...11121314151617...82»