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Ah
Santa Claus de noi artri rubaci i quadri e lasciaci elastici
molli al vento pronti all’ondeggio
chi più ne ha più si senta disperso:
qui fa un freddo che a parlarci mi glacio le fauci.
Piove vapore dal sugo di queste dimore
finte neoclassiche finte fatiscenti finte farse per chi non ha conpromettenti
con le tonde vetrine a sputi, con le mimiche dal volume a palla
si scrisse qui giace uno che giocava a carte col quartino
mezzo di vino e creduto divino dopo un bianco sporco
dopo un benvenuto d’osteria
ma poco prima di mandarlo via
verso i campi ad arare carezze ai corvi
verso venti distorti da frequenze usurate dai poggi
nascoste da gomiti alzati e da calli scarsi fra martelli e travi.