giu 8, 2015 - Polaroid    Dicevi?

Restituire le stelle al cielo

Gingilli aristocratici
tra i plumbei ansiosi turbamenti
atei di monete addolcite:
scricchiolii di lineamenti spenti,
pelle superflua in saldo d’attesa
e spesso, troppo,
calori notturni madidi
e per nulla sazi di spazi.

Fessure ormai
chiamo il coordinamento di pupille rinchiuse,
volenti del sarebbe stato bello se fosse e invece:
si dice che il domani avanti rialzi con le spalle
ma questo altro giro son disteso e poco attento.

Diciamo che ho portato,
ho speso fiero il mento,
ho cambiato me e il mio credo
e ho appeso
perchè bisogna non arrivarci per squalifica:
ora sant’uomo che vuoi
o che mi strappi dalla mia rivolta in maschera
e perchè m’hai tenuto
come un clichè che hai già tradito.

metallo

Prestami un motivo,
magari al resto d’osteria
o sazio di quel che di spirito
ancora ti spinge altrove,
inseguendo una maturità peggiore:
sbilenco mi sorreggo di rabbia
e non mi oriento tra le scuse
e quel che ho già dato
ma rispetto il tirar tardi
e il buon gusto del mattino.

Non mi chiamo più per capoversi,
non sfido più la nebbia,
non sento il bisogno
d’esser ladro di me stesso.

Sancho andiamo a guadare ancora il fato,
ma non punzecchiare
e accarezza il mio cavallo:
lontano mi pare ancora un buon compagno
oltre il naso di un castello
esser questo del fu dirsi me stesso
alla lunga non conviene
ma è quel che valgo,
è quel che m’appartiene
o che posso giocarmi al metro
senza altro che corteggiar la salita lieve
e restituire le stelle al cielo.

mag 12, 2015 - Calamai    Dicevi?

Altrove

Mi controfagotto
tra la distrazione e le sfumature
dove non t’irriterai per nulla
o per iperboli inverosimili
ma per bellezza contesa
e per mancanza di spazi ampi.

Là non si fa altro che respirare,
fregandosene di quel che non si ha:
sopportarsi non porrà suffissi
perchè tra piume e fango
ci si muoverà in tre quarti.

Acustica contesa all’universo
tra pelle e paura
ma che t’arsi ogni giorno
dilanairsi per granelli lagnosi
mentre fuori cantano
fuori i doveri sono quelli

ed i pregi non passan per lusso
quando l’aria non costa
e a spasso non porto più la resistenza
surriscaldata sotto la maschera
che percepisce l’altrove.

apr 10, 2015 - Cicatrici, Mangianastri    Dicevi?

E risalgo al canto del ballo.

Lamenti che ti sembri
nel vedermi al paragone
nell’assemblarti con i mancamenti
il diamante si fiuta
s’osserva solo per chi
brilla, ha gioia, non si paga.

Non si è altro, non sono quello
nemmeno il più scaltro od il più bello
ma ho abbastanza polvere per avere un passato
ed un ventaglio che mi sussurra il futuro.

Sarà mio, sarà latrato e a volte stanco
ma senza risarcimento e consapevole del resto
perchè del mio valore io non ho mai accusato un paragone
ed ogni mio secondo è valso discreto al creato
del quale ogni giorno Santo io sono grato.

Quando poi alla conta dell’Alba
avrai voglia del mio sarcasmo, del mio ciancicare
del mio poveraccio sapore di labbra
dimentica tra i bicchieri e la pubblicità
di chi promette, s’espone al trucco e scompare
chissà quale sarà il cuscino della mia fragilità.

Osserva, sorridi, aspetta
quel lancio di domino che mi bussa alle spalle
nell’attesa provo lo swing al meglio
come mi riesce docile, in silenzio
tanto tutto s’è già messo in moto
salgo al faro, son di me stesso vedetta
cucio il mio giaciglio d’ombre e latte
e risalgo al canto del ballo.

mar 30, 2015 - Polaroid    Dicevi?

Timba

S’assorda il fregore dell’onda
l’andirivieni dura un secolo d’istante
perchè al volo non si respira
mentre la giostra si rincorre
il palloncino vola ridendo
oltre la retta non ci appartiene
e Saturno si soffia via la polvere.

Ballando, programmo e canto
il mio prossimo mestiere del niente
perchè al fondo siam solo particelle
od olio che graticola impercettibile
in cerca di bruchi con grandi orecchie
e nel mio nascosto di simpatie congenite
del mio resto son bucate le scarpe al parto.

feb 12, 2015 - Cicatrici    Dicevi?

Sono undici anni già.

Il senso del conto
ormai ha perso il triplo del prezzo:
voltarsi sempre
non dipana e non consente.

Oltre il sentirsi
restan petali di primavere
ed il profumo dei segni:

occhilui      occhilei

fieri i gesti in muto capirsi,
barolo in trucioli da bere
e ruggine sui chiodi dei legni.

 Nella tua spogliata stalla
già risuona un sorriso salvatore:
basterà addobbarla di pace calma
e ne risentirai tutto il calore.

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