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ago 22, 2012 - Calamai    Dicevi?

Paciuk

Una volta rifatta la conta delle 316 fughe delle piastrelle si accovacciò nell’angolo più umido del quadrato. Pensò al bacio dato prima del peccato e si limò lentamente le corde vocali dando vita ad una nennia insopportabile che conosceva bene. Ripensò a quando aveva visto per l’ultima volta suo fratello e concluse di non averne mai avuto uno. Sentì il profumo del ruscello e si immaginò a rubare un po’ di scorrerne. Si addormentò mentre era intento ad incrociare gli alluci in cerca di una farsa di contatto e prima dei sogni venne a trovarlo Paciuk, il suo amico immaginario. Paciuk pretese innanzitutto il saldo del conto per degli arretrati legati a quella vecchia storia di gatti e lune piene. Una volta estinto il dovuto con abbondanti dosi di sorrisi nerboruti i due ritrovarono l’unisono della loro nota e passarano il resto di quel poco che ne era a studiare il volo delle farfalle, a chiedersi perchè nessuno mai si chiede il perchè del gioco del mondo, a immaginarsi quello che nessun bosone può risolvere in questa vita d’equazione.

lug 23, 2012 - Calamai    Dicevi?

Terraferma

Nei tuoi giù
nel tuo esser sì
nel tuo pranzo
nei tuoi stringermi
nel tuo imparare
nel tuo miele
nel tuo chiedermi
nel tuo insistere
nei tuoi perchè
nel tuo sogno
nel tuo abbraccio
nel tuo mondo

c’è il mio posto.

gen 3, 2012 - Calamai    Dicevi?

Vin brinello

Il vin brinello di questo primo inverno m’arriva lucido soppiandandomi al fosco del primo tramonto. Resto assorto e steso come bucato a candeggiarmi stordito dalla mistura atipica del mio volsi a scocca di corteccia d’acero sbiadiata.

Rewind.
S’avessi più lucidità brillerei
fossi più affilato mi ritirerei
s’avessi bagagli ampi li svuoterei
fossi un salvatore m’arrenderei
s’avessi benedizioni mi assolverei

ma te sarà mai possibile
rubo gli sguardi incompresi di me
sottilizzo i respiri perchè non ritornanti
sguazzo nei trucioli tosto che nell’oro dei calici
corro dietro al libeccio solo per inciamparmi

et
tutto questo abbellirsi
in tempi di crisi aristocratiche
mi sbellica il vuoto delle tasche
e mi rasenta gli unplugged del vorrei.
Fai te.

lug 29, 2011 - Calamai    Dicevi?

Stelle nel pozzo

Mi basterebbe un poco d’aria:
appoggiare il naso sulla soglia dell’ultima pietra
inumidirmi le narici, guardar fuori la venuta dell’alba
intuirla
aspettarla
saperla certa.

Mi basterebbe senza cadenti o passaggi d’aeroplani
senza fischi di venti o risate rimbombanti
mi basterebbe
e basta.

Un intreccio di fune calata
un rabbocco all’unghie distrutte
una piega fra le pareti lisce
un raggio accecante.

Mi basterebbe un poco d’aria.

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