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mag 20, 2014 - Senza cicatrici    Dicevi?

Arlechin Batocio

Son stuf de scrif
tanto al mi gala a gnente:
sensa palanche sensa speranse
faticoso de fastidio al buco de tasche
mia oia ansi speto che spento al passi.

Invece
mi piego al ruscello
che se n’esce domatore
intrattenibile essenza
incorreggibile esistenza.

Mesce di cura
pasce i miei insonni
tela i miei sogni
cheta gli specchi.

Onesti bellimbusti
ruvidi ai conteggi
avidi infiltri
tra chiostri e disegni:
pece nelle vene
le mie rime crepe.

apr 15, 2014 - Senza cicatrici    Dicevi?

Un appoggio sul do minore

Ah come sfrigola questo raccordo
sto male d’un breviario caldo
interpretato senza convinzione
senza lo slancio del profumo al traguardo.

E le direzioni?
Casa mia, le mie braccia, la stessa aria.
Passerà il rodeo dell’involuzione
sul tetto osserverò le gazze
e darò loro la mancia
in cambio del brivido asciutto.

Rimarrà? Che spreco, che fatica, che bel credo.
Un diverso modo di passeggiare
un brutto bel fiore
un appoggio sul do minore.

mar 19, 2014 - Senza cicatrici    Dicevi?

Chiringuito

In Grazia al limitare del primo movimento
senza cravatte, tabacchi o parole sagge.
Non che ci sia di molto mai curati addosso:
mi basta l’ombra che ancora ricordo.
Non è un soldo, o un lavoro ma un modo:
il tuo è quello giusto.

Fiuta i tormenti, lasciali nel cassetto.
Son di tutti: anche del tuo essere primo.
Ogni risveglio omaggia il segno del tuo vero:
per quella voglia che poi – fidati – torna,
per il sorriso nel seme del seme
che è il tuo vivere lieve.

Pigliati quel chiringuito:
che le rughe han bisogno del sale
per soffiare ai fiordi la nebbia
per rinascere in colline d’attesa
per cantare il tuo ritrovato mare.

feb 12, 2014 - Senza cicatrici    Dicevi?

Son dieci anni. Già

Le tue camicie,
il tuo profumo,
il tuo pettine,
il tuo fazzoletto,
la tua altezza.

La tua camminata.

Il tuo orto,
la tua valle,
il tuo bastone,
la tua Madonnina.

La tua catenina.

Le tue mani,
il tuo canto,
il tuo mondo,
il tuo dono.

La tua famiglia.

Il tuo ferro,
il tuo futuro,
i tuoi valori,
la tua casa.

La mia famiglia,
la mia catenina,
la mia camminata.

gen 21, 2014 - Senza cicatrici    Dicevi?

Battery Park

Non ho combinato un granchè lo ammetto
a causa di questo libretto sordo
più che costruito ho ammirato
l’alzarsi solenne del tulipano
o il rosa timido dei portoni al tramonto
col fumo d’altri sulla giacca
ed una voce di polvere andante.

Curvo e sdentato mi resta il concedo del fosforo ai posteri.

Un musico lo vorrei or più che mai
che sento stanca la metrica e mai le note
dottore lei ha una parcella simpatica
ma io non levo la ruggine da queste rotule
e conti alla mano mi conosce:
io rido in silenzio ormai troppo.

La luna piglia un nascondersi e la mia nave è già tua.

Ti dissi di sassi e mari
come ostenti quello a cui non credi
mentre l’aria ti ascolta e t’abbraccia
qui non sei lontana da nulla e per nulla sconfitta
ci sarà sempre un mezzo bicchiere
ed un biglietto per andare e credersi tutto
con i binari sempre incrociati
fra dadi e i nostri giochi di scacchi.

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