giu 26, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Attacchìno cittadino.

Vota Antonio.Di colla spazzetta in fretta,
abile cosparge il liquame sul volto:
rettangolo pesto addosso alle lamiere
struscia impregnato il messaggio
e s’attacca sregolato inclinando il manifesto.
Svelto svelto
bisogna tappezzare
sia mai lo scontento
giunga in giunta
e scateni ribrezzo.
Filo d’erba estiva in bocca
porta la campagna appesa all’urbe:
espone questo
vota quello.

Ne riempie la città murata
in slogan da campagne annacquate
precedendo il lume dell’inizio settimana
di promesse per quell’ora già contate e scordate.
S’attacca illecito nei vicoli
ed osserva le facce di chi per mestiere incolla.
Finito che ha il lavoro in rotolo
ad un minuto dalla mezza
si libera del pennarello intaschinato
e disegna baffi osceni:
a volte a questo
e spesso a quello.

giu 16, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Graffio.

Com’uno cheto stolto e sbiesso
salgo e cingo il monte turgido:
dal rosa timido stringo e afferro
il circolo scuro divenire fulgido.

M’inarco lento in adito di vento
stuola bagnata attendo in rugiada:
secreto in labbra scosse arrovento
oscillo in fremito tra soglia e casa.

Sbrodola.

Ferito di te conio e m’imburro
disarmato ripongo crudo il corpo:
cospargo l’estasi del mio strutto
nel tremito venereo ancora scosso.

D’acqueo placido in roco mi dileguo
esausto stringo il frutto in grembo:
scardino l’eterno in trino evento
arranco in estremo e da te m’esterno.

giu 8, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Intarsio.
Scioglimi
Sciogliti
sciogliti
scioglimi
nei tuoi abbracci
amanti muriatici
sgranacuore.
acidi assetati
Torcimi le mani
cani avvinghiati
nel bottone del collo
dal fango sputati.
fino al fondo.

Ingarbugliati ad incastro.

Cesellami succhiando
Mordimi le labbra
disperandone la forza
strappami la lingua
rigurgitando unghie
confondimi
incatastonate fra smalti.
mischiami
Cadi sfinita
sciacquami
e nella tua voglia
in questa mia
germoglia opaca
o tua saliva.
in gemma nascosta.
giu 3, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Alla ricerca del bacio perfetto.


…Il tuo bacio è come un blog
che mi fonde i permalink
tu fai muovere il mio mouse
come fosse un token-ring…

N'apostrofo col succhiotto.Il bacio perfetto lo si crea e lo si scarta il tempo d’un fiato messo tra le labbra.
Inumidato e phonato va lisciato col benzene ma colto al volo, rapido e indolore prima che si sciolga al sole.
Sarà per questo che parlando di conigli e pazzi al salmì ti vien difficile esporsi per mostrarlo nel pratico questo contatto in quattro labbra da quattro quarti ravvicinate.
Mica è facile realizzarlo davanti agli astanti, il bacio.
Perfetto dev’essere indi implica sforzo, concentrazione e sudorazione.
Non è background da benessere ne da ceto sociale o predisposizione genetica: esso è dunque solo continua e continua ricerca.
Sul campo, sui fianchi, nei lobi delle orecchie, piccole e in ascolto, si prova si prova fino ad arrivare al contatto giusto un po’ più rosso carne fra pelle rosa.
E quando avviene, nove su dieci, succede sempre improvviso ed inatteso.
L’ultimo della decina che non resta sopra osserva e stupisce nel vedere come un semplice contatto porti ad umidificare tutto il resto e sconvolga due persone strappandone anima e vestiti di dosso.
Si evince quel che è di illogica natura: un bacio perfetto scombussola non una ma due esistenze imperfette.
Le congiunge, le insimbiosa e ne fa essere uniche in essenza.
Quindi, nel mentre, ecco che entrate in ballo voi senza saperlo nemmeno una riga prima.
Mettetevi lì, vi prego, e ricercate.
Spiego.
Vorrei l’intera vostra partecipazione.
Mollate lo schermo e umidificatevi al volo che la ricerca è preziosa e non si può sprecare manco un momento.
Fatelo ora, presto: con il vicino di scrivania, con quella dietro di voi che scruta curiosa lo schermo, col vostro capo, con chi vi passa accanto o in mancanza d’altra gente fatelo con voi stessi allo specchio.
Avete capito benissimo: baciatevi.
Dai su, quante storie.
Se non siete ancora pronti per offrire le vostre labbra alla ricerca lasciate il campo pratico e divenite teorici del bacio contribuendo alla fredda statistica e rispondendo alla domanda qui sotto:

dovreste darlo adesso,
quale sarebbe la più vicina persona al vostro corpo,
cavia ignara immolata alla scienza,
che riceverebbe in dono un bacio per la causa perfetta?

Avanti con i commenti.

*Diffondi l’esperimento sul tuo blog incubando l’esito nei commenti per almeno 24 ore.
Al termine dell’indagine redigi una breve statistica ed invia i risultati ai nostri laboratori di analisi.
La ricerca non presenta controindicazioni.
Avvertenza: possono raramente verificarsi isolati ceffoni provenienti da soggetti femminili che non comprendano a pieno la spiritualità dell’ esperimento.
In tal caso sarà vostra premura rispiegare le finalità altamente scientifiche della causa e ritentare più volte in attesa di miglior sorte.

mag 31, 2004 - Senza cicatrici    Dicevi?

>

Disfida bovina.

La vacca
sgambava stolta
pregna di latte
in zampe da sculetto
maculate
nel campo grasso.
Portava nel culo
riserve arcigne d’erba
e muggiti blasfemi.
Io, da principio,
la osservavo,
pacato
sul mio masso.
Indifferente.

Lei
invece
scuoteva le mammelle
a seconda di quello
che non c’era niente
da vedere.
Ma proprio niente.

Ti seguiva
ostinata
sempre
sotto un pelo di tiro
distinta
e fingendosi
palesemente zoppa
nel limitare del campo
scandiva
ogni mia movenza
con perimetro di boàsse
dalla puzza perfetta.

Scodinzolava, pure,
roteando la coda
in ordine placido ed orario
come volesse decollare
ma con calma
da chissà poi cosa:
lei
e le sue grosse
troppo umide narici.
Lo facesse,
almeno.

lastricando la strada di buoni propositi

Provai
persino
di farmi fattore e amico
allungandole del fieno
ma quella,
la vacca,
dico davvero,
piuttosto che masticare
un’offerta nella mia mano aperta
si mostrava sazia
e ti squadrava di sbieco.
Rimuginante.

Decisi allorchè,
partendo dal mio sopracciglio
inarcato e destro,
di sostenergli lo sguardo
infido mammifero
restandomene attendendo
arroccato perfido e inerme
dietro al mio masso
chiamandola come si fa col gatto
deridendola.

Lei,
attratta,
la vacca,
si avvicinò quindi
al filo suadente
tutto di ferro
dove sogghignava elettra
la corrente svelta
che non la si vedeva
ma indolore scuoteva.

Venne
floscia ed ebete
a cercarmi
ma appena si sporse
in cerca del complimento
gliela regalai io,
la scossa.
Vacca boia.

Pagine:«1...85868788899091...110»