apr 25, 2024 - Calamai, Mangianastri, Polaroid    Dicevi?

Oltre

Caracollante d’identico sguardo,
sbadato, attinente al dono,
frugante nei sogni, albero in moto,
delicato d’attenzione disperso,
seme e biglietto d’andata,
oltre il mio domani e il tuo ieri,
misteriosamente leggero
ti tengo e lascio in volo
che tanto di panorama ce n’è,
di vuoti d’aria hai voglia
e cadute a prenderti son qui
per sbrattarti, dipingerti,
abbracciarti per lasciarti andare
cuore del pane, dente di leone
e questo è il fiore.

mar 20, 2024 - Polaroid    Dicevi?

Intravisto

Fusi allerta di braccia tese
tralicci allineati attenti
scossi ai sussurri dei venti
impazienti nel dispiegar le vele.

Turbini senza voce e conguagli
imbucati arroganti rendendoti dubbi
spettatori assenti con sguardi putti
docili ammaestratori di sbagli.

feb 12, 2024 - Cicatrici    Dicevi?

Son vent’anni già

Son vent’anni già:
ti cerco in ogni rima.

Continuo lo spasso
sentendoti in ogni passo
ma al mio vero nome
manca sempre la tua voce.

feb 4, 2024 - Cicatrici    Dicevi?

Vita

Basta un soffio,
una cadenza d’inganno,
un deserto che danza,
una piuma sul pianoforte

o il gluire di un Lonfo,
un invito al ballo,
una nave che salpa
per sceglierti la sorte.

Stringiti, vivi
e ridi forte.

gen 17, 2024 - Calamai, Polaroid    Dicevi?

Qualcosa a cui donare un nome

Con la testa sulla spalla del divano
ed i piedi incrociati sul tappeto imbronciato
Nina allungò i turbini del pensiero
fino ai palmi delle mani.

Irrequieta
al vento che bussava di sotterfugio alle finestre
e confusa da un qualcosa
che l’aveva sorpresa durante il giorno
- e a cui non era ancora riuscita a donare un nome -
disegnava con la coperta un po’ di calore
sebbene l’orlo del sole
fosse ormai già un ricordo
scomparso da ore.

Quando il suo sguardo
finalmente giunse oltre le fiammelle del camino
Nina sospese ogni attimo
e si riempì gli istanti
di quei suoi strani rompicapi bislacchi.

Perchè,
perché si domandò
se c’è spazio persino tra gli atomi
il nostro corpo resta sempre
stretto ed incollato a se stesso?

Nessuno spazio per fuggire
e troppi orizzonti mai detti.

E quando si va in pezzi
quanto tempo serve
per dischiudersi tra gli astri
e ricostruirsi tra la terra e il cielo?

Ed ancora:
se quei puntini che vedo lassù
sono il passato delle stelle
allora io
di quale pensiero
sarò mai il futuro?

Qualcuno
distante anni luce
nemmeno sa che esisto – pensò -
ma nemmeno il mio amore
a volte si accorge di me.

Tutto questo
Nina si raccontava
mentre il fuoco la ascoltava,
taceva e si faceva brace
sotto ai suoi occhi
e sopra ai suoi andirivieni dell’anima.

All’improvviso
arrivò Sfumino,
il suo gatto mezzo grigio
e mezzo addormentato.

Sfrucugliò due finte fusa,
si prese dei grattini sotto il mento
e si accovacciò di quiete accanto a lei.

Nina lo guardò oltre,
come chi guarda il mare
in cerca di pace.

Poi intravide qualcosa
e con gli stessi suoi occhi distratti
all’improvviso sorrise
e sorrise di quel qualcosa
chiamandolo per nome.

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